Alessandro Manzoni nel suo componimento sul Natale usava sia la parola “presepio” che la parola “presepe”: ecco quindi che il dubbio di molti su quale sia la maniera più corretta in italiano è presto risolto. Si può dire infatti in entrambi i modi, visto che anche uno dei padri della lingua italiana lo ha fatto. In tutto il mondo, durante il periodo natalizio, c’è l’usanza per il mondo cristiano di rappresentare la Nascita di Gesù. In Italia è molto sentita la tradizione del presepe, sia quello vivente con le persone che recitano le parti della Sacra Famiglia e degli altri personaggi che con le statue in miniatura pronte ad abbellire qualsiasi casa, chiesa, piazza o finestra. Nei secoli passati la preparazione del presepe diventava quasi una gara per chi lo faceva più grande e più bello e ancora oggi offre enormi soddisfazioni quando viene particolarmente apprezzato.
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I primi a descrivere la storia dell’Incarnazione di Cristo furono gli evangelisti Luca e Matteo: il Vangelo di Natale di Luca, apparso nel II secolo d.C., fu il più diffuso nelle prime comunità cristiane. L’origine esatta è difficile da stabilire perché quello che si celebra oggi è il prodotto di un lungo processo protratto nei secoli. Si pensi solo che già nel IV secolo nelle catacombe di Roma c’erano immagini della Natività. Durante il periodo paleocristiano, tra il I e il VI secolo, il giorno di Natale venivano esposte immagini religiose nelle chiese grazie ad una tradizione che, nata in Italia, si diffuse presto in tutta Europa. Tutti ricordano, però, la data del 1223, quando venne preparato il primo presepe ad opera di San Francesco d’Assisi: fu lui che a Greggio eresse una mangiatoia all’interno di una caverna in un bosco, portandoci però solo un asino e un bue. Poi tenne la famosa predica di Natale davanti a una grande folla cosi che, tutti coloro che non sapevano leggere, poterono comprendere la storia ed il significato del Natale. Nel 1289 a Roma, nella Cappella Sistina della Chiesa di Santa Maria Maggiore, venne realizzato un presepe con una casetta in alabastro dove è stata rappresentata l’adorazione dei Magi ad opera di Arnolfo da Cambio, segno tangente dell’evoluzione della tradizione che si arricchisce di personaggi.
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Un periodo molto florido per quel che riguarda i presepi fu il Barocco, durante il quale vennero riconosciuti non solo come oggetto di preghiera e di raccoglimento ma proprio come mezzo di informazione religiosa. In questo senso furono molto attivi i Gesuiti, che fecero costruire preziosi e festosi presepi ovunque, tanto che l’usanza si estese ben presto oltreconfine nelle chiese di tutta l’Europa cattolica. Quella dei presepi divenne una vera e propria arte nel XVIII secolo, quando si iniziò ad ampliare la storia del Natale con vari episodi rappresentati in chiese castelli e case. A Bressanone si può ammirare il più famoso dei presepi annuali, quello composto da oltre 4000 figure, e anche quello di 500 figure nel Museo Diocesiano.
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