Ivrea è un comune piemontese il cui centro storico è pittorescamente abbarbicato su una collina, mentre la parte moderna giace su entrambe le sponde della Dora Baltea. Culla di alcune importanti manifestazioni folcloristiche, come quella legata alla tradizione equestre di San Savino e il celeberrimo Carnevale storico, particolarmente famoso per la battaglia delle arance. Ma no, non è per queste ragioni che Ivrea è diventata, da luglio 2018, il 54esimo sito Patrimonio Unesco in Italia - Paese con più siti Unesco al mondo. Non è la tradizione, il folclore e nemmeno l’architettura ad aver reso la cittadina meritevole di un tale onore.
Ivrea è Patrimonio in quanto 'Città industriale del XX secolo’, grazie all’eredità architettonica del progetto industriale voluto da Adriano Olivetti. Era il 1908 quando la Olivetti nacque. Il suo fondatore aveva un’idea ben precisa: non creare un semplice marchio, ma una sorta di industria utopica, un progetto sociale che ridisegnava la relazione tra imprenditore e operaio, fabbrica e città. Tra gli anni ’30 e gli anni ’60 Ivrea divenne il cuore pulsante delle più innovative sperimentazioni socio-economiche, architettoniche, urbanistiche. Una città industriale all’avanguardia, che poneva il fattore umano come cardine dello sviluppo aziendale.
Dal primo edificio in mattoni rossi ai grandi padiglioni per la produzione, gli spazi logistici e amministrativi, nacque una città nella città, anzi, una ‘Comunità’, come prevedeva il modello proposto. Una visione alternativa, nuova dell’industrializzazione. E dunque accanto agli edifici produttivi sorgevano le residenze, i servizi, gli spazi da vivere in quanto comunità. Andriano Olivetti fondò il Movimento Comunità, che promuoveva una sorta di lifestyle in cui lavoro e vita, produzione e istanze sociali si potevano fondere armonicamente.
Ecco che, al di là dell’architettura, dell’urbanistica, dello sviluppo economico, quello di ‘Ivrea città industriale del XX secolo’ è un patrimonio storico, culturale, sociale ed etico. Un modello coraggioso, la cui eredità viene premiata e oggi tutelata dall’UNESCO. E’ dal 2008 che la Fondazione Adriano Olivetti ha avviato un processo di valorizzazione della grande area industriale, che nel 2012 ha portato alla celebre candidatura.