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Grotta di Lascaux, pittura parietale, Francia

Intorno a Lascaux: viaggio nella preistoria

A Montignac fra pitture parietali e rifugi rupestri si incontrano i nostri antenati

Lascaux 
Ufficio Stampa Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Dalla mostra temporanea "Lascaux 3.0"
Al momento della sua scoperta venne definita la Cappella Sistina della Preistoria un vero e proprio monumento dell'arte parietale nel cuore del Périgord. Era infatti l'8 settembre 1940, quando un ragazzo di 13 anni Marcel Ravidat durante una passeggiata con il suo cane scoprì nella valle del Vézère a Montignac una misteriosa cavità. Quattro giorni più tardi il ragazzo ritornò sul luogo della scoperta in compagnia di 3 suoi amici. Entrati nella cavità i ragazzi si ritrovarono quasi per miracolo, dinanzi ad un antichissimo capolavoro dell'arte rupestre. Seicento pitture di animali erano infatti sparse in una grotta di circa 200 metri lunghezza.

 
Anche se la vallata del Vézère, tra Montignac e Les Eyzies, è un'area ricca di siti preistorici risalenti al Paleolitico superiore, la Grotta di Lascaux si è subito distinta per l'eccezionalità delle raffigurazioni presenti sulle pareti. Il raffinato apparato iconografico e decorativo realizzato dagli antichi abitanti della Grotta, più di 18 mila anni fa, destò la curiosità di ricercatori, paleologi e antropologi. La grotta venne così aperta al pubblico ma la rapida degenerazione dello stato di conservazione delle pareti costrinse gli amministratori a vietare l'ingresso al pubblico. La presenza umana, infatti, alterava il microclima della Grotta favorendo la proliferazione di funghi e batteri che minacciavano l'integrità delle pitture parietali.
 
Fin dal 1983 il pubblico ebbe comunque l'opportunità di visitare la grotta grazie a una prima riproduzione  in una cava abbandonata posta a 350 metri dal monumento preistorico e battezzata “Lascaux II”. Sucessivamente negli anni 2000 la realizzazione di un sottile “velo di pietra” artificiale permise di riprodurre, in modo fedele all'originale, non soltanto porzioni significative delle pitture della Grotta, ma anche consistenza ed effetto visivo della pietra. Si trattava di “Lascaux III” che divenne un modello di mostra itinerante destinata ai più importanti musei. Nel 2016 è nato infine, “Lascaux IV”, una replica integrale della Grotta, visitabile permanentemente al Centre International de l’Art Pariétal di Montignac. Il nuovo percorso offre al visitatore un viaggio in tutti gli ambienti della grotta combinando tecnologia digitale e ricerca scientifica avanzata.

 
La grotta di Combarelles
 
Sempre in Dordogna, sulla strada che da Périgueux porta a Sarlat-la-Canéda, è possibile visitare la grotta di Combarelles. Si tratta di un altro capolavoro d'arte parietale scoperto nel 1901 che si ritiene abbia circa 13000 anni. Cavalli, bisce, leoni e mammut ornano la grotta assieme a numerose figure umane. A differenza di Lascaux, a Combarelles non esistono copie. Le incisioni sulla pietra sono rigorosamente d'epoca. Di qui la necessità, a partire dagli anni '70, di limitare le visite per proteggere le pareti argillose-sabbiose della grotta. Per visitare Combarelles sono attualmente disponibili solo una sessantina di posti al giorno. 

 
La Roque Saint-Christophe
 
A circa dieci chilometri da Montignac nel territorio del comune di Peyzac-le-Moustier è possibile immergersi in ciò che era la vita nella valle Vézère nel corso dei secoli, grazie ai rifugi rupestri della Roque Saint-Christophe. Si tratta di una scarpata calcarea lunga un chilometro e alta circa ottanta metri le cui cavità naturali sono state occupate dagli umani sin dalla preistoria. Nel corso degli anni il sito è stato poi modificato per diventare inizialmente una fortezza nel medioevo e sucessivamente una città all'inizio del Rinascimento.
 
Lascaux 3.0 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
 
Ricordiamo che per conoscere più da vicino il famoso complesso della Grotta di Lascaux è possibile visitare fino al 31 maggio la mostra “Lascaux 3.0” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.  L'iniziativa riproduce con un adattamento site specific i principali ambienti della Grotta inserita nella Lista UNESCO del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Arte e tecnologia s'incontrano in un suggestivo allestimento dove i visitatori non soltanto riescono a vivere la sensazione di passeggiare tra le straordinarie pitture rupestri del Paleolitico superiore, ma hanno anche la possibilità di ampliare le proprie conoscenze sull'arte primitiva. Il percorso vuole riproporre lo stupore che provarono Marcel Ravidat ed i suoi amici al momento della scoperta della Grotta, nel 1940.

 
 
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