Dopo la lontana esperienza come Lucky Luke (personaggio dei fumetti che poteva ricordare il suo Trinita' cinematografico), sembra proprio che Terence Hill abbia ormai trovato la sua dimensione sul piccolo schermo. E con un discreto riscontro, considerata l'attesa per la prossima e terza stagione di Un passo dal cielo, fiction nella quale interpreta una Guardia Forestale di stanza in Val Pusteria. Eppure, da una divisa all'altra, sorprende scoprire che sia proprio il suo personaggio più amato, Don Matteo, quello a sollevare piu' discussioni…
Al centro della spinosa questione, fondamentalmente, il desiderio di potersi orgogliosamente fregiare del titolo di 'Citta' di Don Matteo'. L'ambito e' sempre quello della Provincia di Perugia, che pero' nei suoi 450 km quadrati ha talmente tanto da offrire da aver messo in crisi la Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei (che produce la serie in collaborazione con Rai Fiction).
Sin dal 2000, anno della prima messa in onda (a partire dal 7 gennaio), l'azione tutta si e' svolta principalmente a Gubbio, al quale i personaggi si son sempre riferiti come "Paese", almeno per le prime tre stagioni. Ma - per quanto le scene delle vicende di Don Matteo avessero trovato ospitalita' anche nella vicina Perugia (e non solo per lo splendido e classico sfondo del Palazzo dei Priori, con la sua Fontana Maggiore a campeggiare in Piazza IV Novembre) soprattutto nella puntata 'Una domenica tranquilla' del 23 febbraio 2006 - sarebbe stato impossibile non riconoscere il Palazzo dei Consoli e quello Ducale, il Palazzo Pretorio e del Bargello o le famose chiese nelle immagini della fiction; meno facile magari riconoscere gli interni dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia in alcune puntate della settima stagione.
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A onor del vero il parroco investigatore ci ha portato anche ad Assisi (proprio all'esordio), a Narni, a Bevagna e Foligno (entrambi nella settima stagione), oppure a Umbertide e Fossato di Vico, anche se mascherati da Gubbio. Della prima, infatti, son stati utilizzati gli esterni dell'Abbazia di Montecorona e la locale stazione centrale, fatta passare per quella di Gubbio come anche, appunto, quella di Fossato di Vico. Per il resto, scorci storici e paesaggistici sono quelli originali, come anche certi locali utilizzati, su tutti il celebre Piazza Grande, 'bar set' autodichiaratosi "Il Caffe' di Terence Hill".
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Il problema di cui si diceva, pero, e' sorto di recente, con il passaggio della produzione a Spoleto (e Orvieto, ma solo per alcune scene). Una scelta che ha scatenato polemiche piuttosto accese, critiche di natura ecclesiastica (visto che le due cittadine umbre appartengono a due diocesi differenti) e sondaggi online, che hanno sancito la schiacciante predominanza dei nostalgici di Gubbio (65%) contro i favorevoli al cambiamento (23%). Uno "scippo" difficile da gestire, considerata la rivalita' tra i due 'Campanili', arrivato persino al Consiglio Regionale, placatosi solo con la conferma di una clausola di contratto con Rai e Lux Vide che prevedeva una serie di video promozionali legati alle puntate della serie che avrebbero dovuto presentare, valorizzandole, le perle della regione (Spoleto, Orvieto, Città di Castello, Assisi, Todi, Terni, Lago Trasimeno, Marmore, Gubbio, Perugia, Narni, Foligno, Norcia), la realizzazione di 46 scene ambientate nel territorio umbro e la citazione di specialita' gastronomiche tipiche come il prosciutto di Norcia, il Sagrantino di Montefalco, l’Orvieto classico, le lenticchie di Castelluccio, l’olio extravergine Dop Umbria, lo spezzatino di chianina, la fagiolina del Trasimeno, il pecorino di Norcia, gli strangozzi al sugo di chianina, la torta al testo con il prosciutto, la torta al formaggio di Pasqua, il pane di Strettura, il Rosso di Torgiano ed il Tartufo.
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Tutte situazioni che per fortuna son rimaste dietro le quinte e lontane dallo schermo. Sul quale il pubblico ha potuto continuare a godere delle splendide scenografie naturali dell'Umbria e del perugino e, come detto, di Spoleto. L'ultima location della serie e' stata ampiamente mostrata nell'arco delle ventisei puntate, tanto negli esterni - a partire dal centro storico e Piazza Duomo e della Signoria, dalle quali le riprese sono iniziate, alla Rocca Albornoziana e Ponte delle Torri (sul quale abbiamo visto piu' volte sfrecciare la bicicletta del sacerdote) - quanto negli interni. Con un po' di pazienza, i piu' pratici della zona potrebbero riconoscere, infatti, il bar della Portella (sullo schermo il Bar Grazia), il Palazzo Comunale e la sala dello Spagna, il teatro Caio Melisso, il Teatro Romano di Viale Matteotti, l’ospedale San Matteo degli Infermi, la chiesa di Sant’Eufemia, Villa Redenta, corso Mazzini, via Minervio, via Fontesecca, San Ponziano, la scuola delle Maestre Pie Filippine, il liceo artistico Leoncillo Leonardi e il cortile delle Armi della Rocca albornoziana stessa.
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