Incastonata tra le stradine che compongono il celebre quadrilatero della moda milanese, tra via Gesù e Santo Spirito, sorge una dimora storica fra le meglio conservate d’Europa, dall’estetica cinquecentesca e tuttavia di epoca piuttosto recente. Si tratta del sontuoso Palazzo Bagatti Valsecchi, oggi divenuto Museo, uno dei quattro edifici che rientrano nel circuito delle ‘case museo di Milano’.
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La casa museo nasce dal desiderio di due fratelli, i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, di restaurare la dimora di famiglia con un progetto artistico ed architettonico ispirato alle case signorili del quattrocento e cinquecento lombardo. Il rinascimento ‘risorge’ a Milano nella seconda metà del XIX secolo grazie ad un progetto unico che crea un insieme armonico tra architettura, interior, decorazioni e opere d’arte: opere e oggetti fanno parte dell’ambientazioni in modo assolutamente imprescindibile. Dal 1975 il palazzo è proprietà della Regione Lombardia, e dal 1994 diventa Museo aperto al pubblico, gestito da una fondazione privata voluta dagli eredi della famiglia Bagatti Valsecchi proprio per permettere al pubblico di ammirare la collezione d’arte e d’arredo della dimora.
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Il palazzo si compone di 18 stanze visitabili, nelle quali è possibile ammirare affreschi, dipinti e arazzi, complementi d’arredo particolari come la stufa valtellinese, le stanze da bagno, la sala da pranzo, vestiboli e stanze da letto. Tra le opere d’arte esposte, sculture, arredi lignei, cofanetti, orologi, strumenti musicali, opere in metallo e in vetro, arazzi e tele, ceramiche, tappeti e armi, nonché strumenti scientifici risalenti al periodo Rinascimentale.
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Quella del Museo Bagatti Valsecchi è una narrazione che non avviene per cronologia, ma per contenuto: il Rinascimento in una dimora ottocentesca, che oggi si avvale della tecnologia moderna per essere apprezzato. Il museo infatti è attualmente impegnato in un progetto di ampliamento della fruizione digitale dei contenuti: nel 2014 è stato lanciato un dettagliatissimo sito web, nell’anno successivo il tour virtuale realizzato in collaborazione con il Google Art Project. Oggi il museo si dota di app, una generica per il pubblico che si avvicina alla dimora museo, l’altra è una guida in LIS (Lingua dei Segni Italiana) ed in Segni Internazionali, della città di Milano.
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