Pensare alle bellezze di Forli non significa menzionare solo la splendida Basilica di San Mercuriale, la Rocca di Rivaldino o il Bosco di Scardavilla, che sicuramente hanno ruolo predominante. L’attenzione del visitatore curioso viene attratta anche da monumenti meno noti. Come la Chiesa del Carmine, situata al centro di Corso Mazzini, su uno slargo a due passi da Piazza Saffi. Si tratta di uno degli edifici di culto più interessanti della città. Sorse in seguito all’arrivo dei Carmelitani nel XIV secolo, ma la prima chiesa aveva dimensioni troppo ridotte per il gran numero dei fedeli e fu ingrandita durante il XV secolo con l’aggiunta di una vasta cappella. Venne poi completamente restaurata tra il 1735 e il 1783 su progetto di Giuseppe Merenda.
Leggi anche: A Forlì tra Michelangelo e Caravaggio
La facciata incompiuta si mostra grezza, ma proprio questo fa risaltare ancora di più il pregevole portarle in pietra d'Istria del XV secolo, testimonianza delle imprese della Signoria degli Ordelaffi, con sculture che raffigurano San Valeriano a cavallo circondato dai quattro Santi protettori della città. Sul lato sinistro si trova il campanile mentre sul portale di legno si nota l’Annunciazione scolpita. L’interno, in stile barocco, si presenta con un’unica grande navata con cinque cappelle per lato. Gli affreschi della volta, divisi in 5 settori, raffigurano le virtù. Ecco sulla parete d’ingresso, ai lati del finestrone, l’affresco a destra con la Temperanza mentre, a sinistra, la Prudenza. Nel primo settore della volta si trova raffigurata la Carità, nel secondo la Fortezza, poi la Speranza, la Giustizia e, ultima, la Fede. Dell’antica chiesa risale la parte inferiore del coro in noce, mentre le altre parti sono datate al 1743.
Anche l’organo custodito in uno spettacolare impianto architettonico in legno offre uno spettacolo di grande impatto visivo: la bussola, la cantoria e la cassa organaria costituiscono un elegante ed armonico insieme. A sorprendere sono soprattutto la ricchezza delle dorature, l'estro degli intagli e delle decorazioni pittoriche. La storia dell’edificio, oltre ad aver visto l’avvicendarsi dei vari restauri, fu ulteriormente travagliata. Con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi i beni dei Carmelitani vennero requisiti e il monumento, con annesso il convento, venne trasformato in stalla e magazzino. Solo durante il secolo scorso la chiesa venne restaurata, restituita al culto e dichiarata monumento nazionale.