Elea (Hyele) è il suo nome greco, mentre Velia è quello romano: in entrambi i casi, gli scavi archeologici nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano rappresentano un’importante testimonianza della colonizzazione greca del sud Italia. Non lontano, gli elleni lasciarono i ben più noti templi di Paestum, ma le rovine della polis cilentana meritano sicuramente una visita dedicata, magari come deviazione dal turismo balneare che porta i visitatori a Palinuro, Ascea, Agropoli.
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Il Cilento è una terra prospera di campagne e colline che si affacciano su un meraviglioso mare, e i Greci non si fecero sfuggire l’occasione di insediarvisi, utilizzando le colonie come punti di appoggio per le rotte commerciali nel Tirreno. In particolare furono alcuni esuli Focei a fondare nel 540 a.c. il primo insediamento di Elea, non senza affrontare prima uno scontro armato con Etruschi e Cartaginesi. La polis godette di un lungo periodo di benessere, intrattenendo rapporti commerciali con le popolazioni italiche e con i romani, e divenne un importante luogo di cultura, particolarmente noto come centro medico e filosofico della scuola eleatica. Gli ottimi rapporti con i romani la trasformarono in uno dei luoghi di villeggiatura preferiti dell’aristocrazia. Cominciò a subire un certo isolamento ll’età imperiale, a causa dell’esclusione del proprio territorio dalla nuova viabilità romana che collegava la capitale alle località del sud-Italia, e di anno in anno il declino fu inarrestabile, acerbato anche dall’avanzamento del terreno paludoso alla base del colle su cui sorgeva. Fu un feudo in età medievale, mentre in età barocca ‘scomparve’ dalle mappe e dai censimenti, fino ad una riscoperta nell’Ottocento grazie a studiosi che ne stabilirono il grande valore storico.
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Gli scavi archeologici di Velia cominciarono negli anni ’20, e riportarono alla luce buona parte dell’antica città. La visita comincia dal quartiere meridionale, quello della fondazione, dove si vede l’antico molo, oggetto di contesa tra uomini e mare, le mura antiche, la porta sud, alcune abitazioni di età ellenistica. Risalendo si scorgono le Terme Imperiali, e quindi l’agorà, la piazza, un impianto termale ellenistico di eccezionale valore storico essendo raro nella Magna Grecia; si può poi ammirare la Porta Rosa, prezioso monumento civile che collegava diversi quartieri e fungeva da viadotto, unico esempio di arco di età classica giunto sino a noi in perfetto stato. Poco prima di giungere in cima all’Acropoli si scorge l’insediamento più antico della città, seguito dai resti del teatro e infine le rovine dell’area sacra. Caratterizza la sommità del colle una torre che fu parte di un castello normanno, insediatosi sui resti dell’Acropoli.
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Il Parco archeologico di Elea-Velia è aperto tutti i giorni ed è visitabile a partire da Ascea (Salerno). Per maggior informazioni cliccate qui.