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Milano Expo 2015 Basilica di San Lorenzo Maggiore

Cosa nasconde la chiesa più antica di Milano

Grazie all’Expo 2015 si ha l’occasione di scoprire i tesori del capoluogo lombardo meno noti: tra questi la Basilica di San Lorenzo, capolavoro dell’Alto Medioevo e dell’arte Paleocristiana

Basilica di San Lorenzo Maggiore, interno<br>
©  Basilica San Lorenzo Maggiore Milano
Milano, matroneo della Basilica di San Lorenzo Maggiore
Con Expo 2015 l’attenzione non si rivolge solo al presente e al futuro, ma è anche un’occasione per andare a caccia dei tesori del passato. Ecco come Milano, vestendosi del suo abito migliore per un evento di tale portata, è pronta anche a farsi riscoprire, iniziando dai monumenti che non sempre sono compresi nei canonici circuiti turistici. E’ il caso della Basilica di San Lorenzo Maggiore, una delle chiese più antiche in Italia, modello di riferimento per altri celebri templi del Cristianesimo come la Basilica di San Vitale a Ravenna nonché uno dei più importanti capolavori dell’Alto Medioevo e dell’arte Paleocristiana.

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Risalente al IV secolo ma più volte rimaneggiata, si presenta con una pianta molto complessa che vede il corpo principale seguire un sistema centrale costituito da un quadrato con i lati arrotondati in quattro grandi absidi. Al centro svetta il tiburio ottagonale che nasconde la cupola interna. L’enorme cupola è frutto del talento progettuale di Martino Bassi e dopo il crollo, avvenuto nel 1573, fu ricostruita dallo stesso e portata a termine dall’architetto Quadrio durante il periodo di Federico Borromeo. Intorno al V secolo venne probabilmente eretto il meraviglioso colonnato marmoreo come prospetto scenografico, costituito da elementi come fusti, basi, capitelli e frammenti di architrave risalenti al II secolo d.C. e recuperati da un ignoto edificio pubblico. A completare l'imponente struttura le quattro torri campanarie, di pianta quadrata.

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Visitando l’interno si nota come il deambulatorio, il corridoio posto intorno al coro e all’abside, viene separato dalla parte centrale da esedre interne ad arconi: le esedre sono su due livelli e quello superiore va a formare il matroneo. Sull'affaccio del matroneo, alla destra dell'abside, si trova l'organo a canne, costruito dall'organista varesino Pietro Bernasconi riutilizzando parte del materiale fonico dell'organo costruito nel 1840 da Felice Bossi. L'area centrale della chiesa è sovrastata dalla grande cupola ovoidale, anch'essa a spicchi, traforata da finestre: al centro presenta un oculo, coperto da una lanterna, dalla quale penetra un fascio di luce. L’ampio ambiente centrale è collegato alle cappelle, disposte intorno in senso radiale, alcune delle quali aggiunte in seguito alla primitiva costruzione della basilica.

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Tra queste la Cappella di Sant’Ippolito ha una pianta a croce greca all'interno e ottagonale all'esterno, ed è coperta da una cupola emisferica: priva di decorazione, contiene tele del XVI secolo e un altare di semplice fattura con incise figure di santi. La Cappella di San Sisto ripete le forme di quella di Sant’Ippolito e sulle volte è decorata con affreschi databili circa al XVII secolo. Una scaletta, riscoperta nel 1911, scende in un sotterraneo, dove sono visibili fondazioni costruite con materiale di recupero, forse proveniente dall'anfiteatro d'età imperiale. Dietro alla Basilica c’è un parco da cui si ha un’ampia visuale di tutto il complesso ecclesiastico: è il luogo, molto famoso, che una volta veniva usato per le esecuzioni, tra cui quella raccontata  da Alessandro Manzoni in Storia della Colonna Infame, una delle sue opere più note.

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