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Cetona cosa vedere 

Cetona tra storia, tradizione e gusto toscano

Il borgo in provincia di Siena è celebre per le sue testimonianze preistoriche e le tradizioni

Veduta
©Di Nuada - Opera propria, Pubblico dominio, Wikimedia Commons
Veduta panoramica di Cetona
Il clima mite e soleggiato, i paesaggi idilliaci contornati da uliveti e filari d’uva, il centro storico armonico, tradizione e storia: queste sono solo alcune delle caratteristiche che rendono Cetona, graziosa località in provincia di Siena, uno dei Borghi più belli d’Italia. Si trova al confine tra la Toscana e l’Umbria, adagiato contro il verde dei boschi del monte omonimo ed avvolto da un paesaggio rimasto ancora intatto, dove si respirano al meglio tutte le suggestive atmosfere della campagna senese. Sicuramente base ideale per andare alla scoperta di tutto il territorio circostante, vista la sua strategica posizione a poca distanza da altri borghi gioiello e ad un’ora di macchina da altre città come Siena, Perugia, Assisi ed Orvieto, Cetona è nota sopratutto per la presenza del Parco Archeologico Naturalistico che si trova in frazione Belverde ed offre l’opportunità a tutti i visitatori di compiere un viaggio nella preistoria. Seguendo un percorso naturalistico che si snoda per circa 2 chilometri si possono visitare alcune cavità che si aprono nel travertino e sono adeguatamente illuminate. Ecco la Grotta di san Francesco, gli antri della Noce e del Poggetto che erano frequentate per ragioni di culto e per i funerali e i resti degli abitati all’aperto. Non lontano dal Parco Archeologico si trova l’Archeodromo di Belverde, un percorso didattico creato per completare la visita con ambientazioni, strutture e manufatti che si ispirano alle due fasi della preistoria meglio documentate in questo territorio. Qui, infatti, sono stati ricostruiti una parte di un villaggio dell’età del bronzo, con capanne a grandezza naturale e aree per le attività artigianali, e un abitato in grotta del paleolitico medio. I due settori sono collegati da un itinerario nel bosco e lungo la balza rocciosa sovrastante le cavità di Belverde, da cui si gode un ampio panorama sulla Valdichiana. Il tuffo a ritroso nel tempo è documentato anche al centro del paese grazie al Museo Civico per la Preistoria, dove vengono spiegate le varie fasi del popolamento umano nel territorio che gravita intorno al Monte Cetona, a partire dal Paleolitico fino alla fine dell’Età del Bronzo. 



Una passeggiata nel centro, invece, permette di scoprire anche le architetture medievali tra le pietre e le rocce delle abitazioni e delle strette vie lastricate che si inerpicano a serpentina lungo i fianchi del monte che portano alla cittadella, il nucleo di case raccolte intorno alla piazza rinascimentale, ovvero Piazza Garibaldi. E’ un ampio spazio di forma ovale realizzato nel XVI secolo da Gian Luigi Vitelli ed oggi intitolata all’Eroe dei Due Mondi che qui sostò nel luglio 1849. La piazza è più grande rispetto all’abitato poiché il Vitelli volle costruire un nuovo accesso al borgo medievale, dando più respiro all'architettura del luogo. Ad incorniciare la piazza delimitandone l’ampiezza ci sono bei palazzi del Sei e del Settecento come l’antico Palazzo Vitelli, la chiesa di San Michele Arcangelo e le Logge. Appartata in un angolo la cinquecentesca ex chiesa della Santissima Annunziata, edificata nel 1588, restaurata ma con ancora visibile il suo bel portale, oggi utilizzata per cerimonie civili. Dal 1876 Palazzo Minutelli è sede del Municipio e conserva spazi di alto valore artistico e storico, con portali e cornici in travertino che si distinguono nella facciata e un terrazzino semicircolare. All’interno è possibile ammirare sale dipinte come quella del Gabinetto del Sindaco, ornate con raffinati stucchi, la Sala Consiliare con tele a tema mitologico, l'archivio storico che custodisce la memoria della comunità di Cetona, la biblioteca comunale e la sala di musica. Al piano terra dell'edificio si trova il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona. A dominare dall’alto Cetona si erge la Rocca del X secolo, trasformata in dimora nel XVI ed oggi proprietà privata. C’è un luogo, ai piedi di un’imponente rupe in travertino sommersa da leggi e cipressi, che trasuda storia e leggenda: si tratta dell’eremo francescano di Santa Maria in Belverde, dove la tradizione vuole che si ritirasse in preghiera San Francesco in un grotta attigua. E’ un complesso fondato intorno all’anno 1000 costituito  da tre chiese sovrapposte, dedicate alla Beata Vergine Maria, a Cristo Salvatore e a Maria Maddalena.



Cetona significa anche tradizioni, e non più mancare la mostra mercato florovivaistica che ogni anno incanta i visitatori in occasione del 25 aprile: “Cetona in fiore” si propone con l’apertura straordinaria di giardini privati, degustazioni di prodotti tipici dell'enogastronomia locale, laboratori ludici e didattici per tutte le età, esaltando le eccellenze paesaggistiche, storiche, culturali e gastronomiche. Altra tipica manifestazione legata alla tradizione è la Corsa delle Brocche che si svolge tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, in cui vengono coinvolte le tre contrade del borgo, ovvero Porta a Latere, Porta Castello e Porta Capperoni. L'evento si apre con il corteo storico in cui sfilano anche tamburini e sbandieratori, per proseguire poi con la rievocazione storica del passaggio del castello di Cetona dal dominio orvietano a quello senese, prima di entrare nel vivo con la gara vera e propria, che vede impegnati donne e uomini delle tre contrade. La brocca simboleggia la fatica degli antichi abitanti che arrivavano alle fonti della piazza per approvvigionarsi d'acqua e risalire verso la parte alta del borgo. L’ultimo weekend di giungo è invece la volta della Sagra del Bico, che si svolge nel piccolo centro di Piazze. Qui protagonista assoluto è il bico, una sorta di schiacciata impastata a mano con farina, acqua, lievito, olio, un pizzico di sale e cotta nel forno a legna. Il bico proviene da un’antica tradizione tramandata di generazione in generazione dalle massaie del luogo con grande passione e amore per il territorio. Un tempo veniva consumato semplicemente come pane, o accompagnato alle pietanze che la cucina contadina poteva offrire. Oggi si gusta prevalentemente farcito, ad esempio con salumi o formaggi del territorio, o in altri modi sia salati che dolci.




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