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Calestano cosa vedere

Calestano tra castelli, tartufi e natura

Tra boschi incontaminati e prodotti tipici ecco cosa fare nel borgo parmense 

Scorcio
© Tartufo Nero Fragno.it
Scorcio del centro di Calestano
Nel cuore del territorio parmense, particolarmente indicato per chi si lascia sorprendere dai luoghi meno conosciuti ma non per questo privi di attrazioni, si trova il borgo di Calestano, situato sulle pendici dei monti dell’Appennino emiliano. Adagiato in una zona ricca di boschi, prati e suggestivi scenari naturali che offre diverse opportunità per gli escursionisti amanti della natura, si raggiunge facilmente da Parma da cui dista solo 32 chilometri. Risulta quindi una meta ideale per chi ha voglia di unire attrattive naturalistiche, storiche ed artistiche senza scordarsi della calorosa ospitalità e della gustosa gastronomia che lo contraddistingue. 

Scorcio panoramico con il Castello di Ravarano

Cosa vedere
Il primo impatto si ha con il Castello di Ravarano, che sorge nella frazione omonima. Edificato nell’XI secolo cambiò diversi proprietari e subì, come conseguenza, diverse modifiche. Si tratta di una pittoresca struttura che si erge ad oltre 800 metri di altezza, il cui accesso è reso possibile percorrendo piccole vie tra le colline, fatto che conferisce al luogo ancora più fascino. In posizione dominante sulla Valle Baganza si mostra esternamente privo di merlature ed altri decori architettonici e si affaccia su un cortile dove si trova un pozzo del Seicento in cui si riconosce lo stemma dei Pallavicino. Due corpi di fabbrica chiudono ai lati il cortile e si collegano ad una bella torre quadrata a picco sul Baganza, dove erano le prigioni del feudo. Da notare sono i bei portali in arenaria elegantemente scolpita, tutti databili al XVII secolo. Sotto il castello c’è un pittoresco agglomerato di costruzioni in pietra parzialmente ristrutturate a cui si accompagna un interessante oratorio.

Scorcio del castello di Ravarano

Ad accrescere ulteriormente le suggestioni del castello non possono mancare le storie sui fantasmi: in molti sostengono di udire nel cuore della notte i passi di uno spettro mentre cammina sui pavimenti della torre. Sembra che si tratti del fantasma messo a guardia del forziere ricolmo di tesori inestimabili, nascosto in luoghi inaccessibili del castello. Spesso viene notata, nelle notti tempestose, l'ombra che attraversa correndo le viuzze del borgo, facendo tintinnare le monete che va a deporre in una pentola piena di monete d'oro, forse regalate da un Pallavicino ad un suo suddito, o forse nascosta lì dal Diavolo, e leggenda vuole che chiunque tenti di fermare l'ombra misteriosa sparandole addosso, si veda rimbalzare nel petto la pallottola appena uscita dalla canna. Ci sono, poi, diversi palazzi nobiliari tra cui spicca Palazzo Coruzzi (nella foto sotto) dove è conservato un fonte battesimale in marmo della seconda metà del Cinquecento, alcuni dipinti di pregio e un coro ligneo risalente al Settecento, e la Chiesa dedicata a San Lorenzo, patrono del paese, oggi ammirabile nella sua veste settecentesca,. Nella frazione di Vallerano si trova la Chiesa di San Giacomo, di origine medievale ma ristrutturata nel XVIII secolo, mentre nella frazione di Fragno da visitare è la Chiesa di San Pietro dove si trovano alcuni arredi e dipinti del Seicento di notevole valore. La frazione di Iano è nota per la presenza delle piccole grotte di tufo situate a breve distanza dall’abitato, ma anche per il suggestivo oratorio collocato su un piccolo dosso in posizione isolata.



Il tartufo e gli altri prodotti tipici 
Un grande protagonista di questa zona è il prelibato e gustoso fungo sotterraneo che trova qui il suo territorio ideale, tra i boschi incontaminati e le valli. Al tartufo è dedicato un appuntamento annuale che ogni anno richiama migliaia di visitatori, curiosi ed estimatori, la Fiera Nazionale del Tartufo Nero (per informazioni clicca qui), dove oltre alla vendita delle tipicità gastronomiche sono previste diverse degustazioni. Accanto alla parte gastronomica si attiva anche quella sportiva, con la Tartufo Trail Running, una corsa tra i sentieri dei boschi, e la Tartufo Bike, una competizione ciclistica amatoriale. Inoltre Calestano è posto lungo l’itinerario denominato Strada del Prosciutto e dei vini dei colli di Parma, che oltre al prosciutto e al tartufo porta alla scoperta del Parmigiano Reggiano, del Salame di Felino e dei vini tipici, tra cui spiccano la Malvasia Colli di Parma, un vino bianco frizzante, e il Rosso Colli di Parma, da degustare accompagnando con gli arrosti e i bolliti. 

Tartufo nero

Le escursioni da non perdere
Il territorio di Calestano offre al visitatore uno splendido contesto naturale che si può esplorare grazie alla presenza della Ciclopista Mountain Bike che solca il territorio dal capoluogo alle frazioni. Si può pedalare tra splendidi boschi di pino silvestre, querce, carpini e faggi e rapidamente, arrivare a visitare i borghi più suggestivi della provincia di Parma. La rete sentieristica è particolarmente fitta, e tra gli itinerari più noti ci sono La Via degli Scalpellini e i salti del Diavolo. Il primo si sviluppa a ridosso delle emergenze dei Salti del Diavolo tra prati e vasti boschi di cerro, carpino e faggio e ripercorre il tracciato seguito, fino agli anni Cinquanta del Novecento, dagli scalpellini locali per raggiungere i luoghi di estrazione della pietra disseminati lungo la dorsale. L’attraversamento del Torrente Baganza è garantito tutto l’anno da una nuova passerella pedonale sospesa, dalla quale è possibile godere di una magnifica vista sull’affioramento dei Salti che emerge come una barriera dal letto del Torrente. Lungo il percorso alcuni tabelloni informativi illustrano le emergenze geologiche e le modalità di lavorazione della pietra. I Salti del Diavolo sono l’emergenza di una formazione sedimentaria di età cretacica, vantano quindi 80-82 milioni di anni che, nella media Val Baganza, danno origine ad alcuni tra i più significativi e spettacolari affioramenti: strette guglie e pareti rocciose emergono in modo brusco ed improvviso elevandosi per alcune decine di metri rispetto al terreno circostante. Il nome Salti del Diavolo deriva da una leggenda che vede in questi scoscesi speroni di roccia le tracce lasciate dalla fuga precipitosa del diavolo alla vista di una piccola croce ostentata da un santo eremita locale.
 
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