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Busseto cosa vedere

Busseto, non solo Giuseppe Verdi

Cosa sapere sulla città che ha dato i natali al grande Maestro: scopriamola insieme

Rocca di Busseto
©Di FifaWorldClub. - https://www.halimhammani.com, CC BY-SA 4.0, Wikimedia
Veduta di Busseto con la Rocca in primo piano
La provincia di Parma è costellata di gioielli inaspettati, e uno di questi è Busseto. La cittadina è riconosciuta a livello internazionale perché qui, precisamente nella frazione La Roncole, nacque Giuseppe Verdi nel 1813. La figura del grande maestro continua ad affascinare non solo gli appassionati di musica, ma anche tutti coloro che vogliono seguire le sue orme attraverso percorsi che portano alla scoperta di storia ed arte. L’Itinerario Verdiano dalla casa natale di Verdi giunge fino alla villa di Sant’Agata di Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza. Ma è proprio a Busseto che ci sono le più vivide testimonianze della vita di Verdi, a partire dall’omonima piazza, nella foto in basso, dove si trovano, oltre alla Rocca sede del Municipio, il monumento in bronzo a lui dedicato, il Teatro Verdi costruito tra il 1856 e il 1868, Casa Barezzi dove visse con la moglie. La casa museo custodisce diversi cimeli, testimonianze della formazione e della futura carriera di Verdi, incluse lettere autografe, documenti iconografici, ritratti originari del Maestro e dei suoi esecutori durante il secolo scorso. Subito fuori dalle antiche mura della città, un'altra significativa tappa di questo percorso è rappresentata da Villa Pallavicino. 



Villa Pallavicino
Si tratta di una bella costruzione rinascimentale, residenza dei signori di Busseto, che oggi ospita il Museo Nazionale Giuseppe Verdi (maggiori informazioni qui). Di straordinaria importanza sono i suoi ampi saloni poiché ripropongono ventisette opere con la riproduzione delle scenografie originali di Casa Ricordi e dei quadri dell'epoca, i tessuti pregiati ottocenteschi, le musiche immortali, in un allestimento di luci teatrali. Il visitatore è avvolto dalle atmosfere che richiamano tutto il bello della musica. Le scuderie della villa ospitano il Museo Renata Tebaldi, sede di un affascinante percorso espositivo con oggetti, abiti, gioielli appartenuti a colei che Arturo Toscanini chiamò “Voce d’angelo” nonché documenti, immagini, testimonianze di celebri artisti e colleghi della Tebaldi. Vi si accede dopo aver percorso un viale di pioppi attraverso un arco trionfale del XVII secolo, diviso in tre parti e decorato da festoni manieristi con, al centro, un drappeggio aperto su una finta balaustra a imitare un sipario teatrale. Gli stucchi e le terrecotte sono opera di Domenico Dossa e Bernardo Barca. Sui lati si trovano due nicchie con due statue in pietra, una rappresentante Flora con un putto, allegoria della Primavera, l’altra Bacco con un faunetto, allegoria dell’autunno realizzate da Giuseppe Torretti. Sembra che a progettare la villa sia stato o Bramante o Vignola e i Pallavicino la acquistarono negli Anni Trenta del Cinquecento per farne una residenza estiva. Un particolare curioso è da collegarsi con l’imperatore Carlo V d’Asburgo che, nel 1533, prima di partire da Busseto a cui aveva concesso il titolo di città per ricompensarne la fedeltà all’impero, si recò alla villa e gli piacque a tal punto da richiederne un disegno per ricordo. Particolare è infatti la pianta a scacchiera della villa, che ricorda lo stemma dei signori di Busseto dove la scacchiera è simbolo di vittoria ottenuta, in petto all’aquila imperiale. Si compone di cinque ambienti indipendenti uniti tra loro da un unico corpo centrale che sovrasta un grande atrio, aperto ai quattro venti detto Boffalora. La volta è interamente decorata da affreschi con immagini di divinità animali grotteschi: vale la pena scovare intrecci di putti, sirene e tritoni con due code, scimmie ghignanti e uccelli multiformi.



Quattro passi a Busseto
Ma la città non si esaurisce ai soli luoghi frequentati da Verdi, poiché custodisce altre testimonianze storico artistiche che ne impreziosiscono il patrimonio. Ecco dunque sfilare la quattrocentesca Collegiata di San Bartolomeo, nella foto sotto, realizzata sui resti di una precedente chiesa e caratterizzata dalla struttura rinascimentale, stucchi e dipinti; la Chiesa di Santa Maria degli Angeli con la famosa rappresentazione scultorea del Compianto; la Chiesa di S. Ignazio di Loyola, con l’interno in stile barocco ed interessanti affreschi. A pochi passi da Piazza Verdi una sosta particolare è quella alla Salsamenteria Storica Baratta, che dal 1873 è un accogliente locale, frequentato, tra gli altri, proprio da Giuseppe Verdi, dove gustare i prodotti tipici accompagnati dal buon vino locale, il tutto con il sottofondo delle musiche verdiane. 



Busseto a tavola
Non in molti sanno che Busseto è una delle tappe dell’itinerario della Strada del culatello che si snoda interamente fra la via Emilia e il fiume Po. Partendo dalla città di Parma, si attraversano Fontanellato, San Secondo, Soragna, Busseto, Polesine Parmense, Zibello, Roccabianca, Sissa ed infine Colorno, tutti luoghi in cui si possono degustare il raffinato Culatello di Zibello (nella foto sotto), insieme al Parmigiano Reggiano a alla Spalla di San Secondo. La cucina tipica affonda le sue radici nelle tradizioni emiliani, nei prodotti locali ma anche nei metodi di produzione che rispettano la tradizione. Non si può non assaggiare il risotto Giuseppe Verdi a base di asparagi, funghi e prosciutto crudo, o la spongata di Busseto, un dolce ripieno di mele, pane tostato, mandorle, uvette e pinoli. Un menù sfizioso a chilometri zero non può non comprendere i salumi tipici, tra cui anche la spalla cotta di San Secondo e lo Strolghino, accompagnato dal Parmigiano Reggiano e la torta fritta, tortelli alle erbette e anolini, una tipologia di pasta all'uovo ripiena originaria delle province italiane di Piacenza e di Parma.

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