
Veduta di Bondone dall'alto
Scopriamo i più su Bondone
Il nome di Bondone compare per la prima volta nei documenti nel 1301, in occasione della contesa con il vicino paese di Storo per la montagna dell’Alpo, ma è diventato celebre perché per secoli venne abitato esclusivamente da carbonai. Le famiglie di carbonai trascorrevano otto mesi all’anno lontano da casa: partivano in primavera percorrendo impervi sentieri per raggiungere i boschi dove costruivano baracche di legno, salutando un paese che veniva lasciato deserto. Si spargevano quindi per le montagne trentine o bresciane a produrre il carbone tagliando il legname. Tra la prima e la seconda guerra mondiale il carbone vegetale aveva alimentato le locomotive, le caldaie delle navi e le cucine delle abitazioni, ma quando fu sostituito dal gas e da altri combustibili le fatiche dei carbonai divennero praticamente inutili. La strada che sale da Baitoni a Bondone passa accanto al bastione naturale su cui fu edificato il Castello di San Giovanni, di proprietà per secoli della potente famiglia dei conti Lodron e oggi di proprietà del Comune, da cui si gode di una splendida vista sulla Valle e sul Lago. L’abitato è stato ammesso al prestigioso Club de “I Borghi più belli d’Italia”, e non ci vuole molto a capire il perché: è una realtà sospesa nel tempo, dove la modernità si sta insinuando con estrema lentezza e in modo appropriato, senza ledere alla struttura originaria del paese formato da piccole stradine acciottolate, archi, ripide scalinate e scorciatoie nascoste che si insinuano tra una casa addossata all’altra in modo irregolare, come se stessero ancora esprimendo la gioia di stare insieme come nei quattro mesi in cui i carbonai tornavano dai monti con le loro famiglie, a ripopolare quelle case che durante il resto dell’anno erano abbandonate.

Centro storico di Bondone con arco e affresco
Cosa vedere
Castel San Giovanni venne edificato con tutta probabilità su una preesistente struttura romana e fu sempre in possesso dai conti di Lodron: è un edificio dalle sembianze più di fortezza militare che di residenza nobiliare. Vi si accedeva attraverso un ponte levatoio e ancora oggi gode di una magnifica posizione che domina l’intera vallata. I restauri curati dal Comune lo hanno riportato all’antico splendore, ancora più valorizzato dalla straordinaria posizione arroccato su uno sperone roccioso (come si può vedere nella foto sotto). Appena arrivati a Bondone, in piazza alla Levata, saltano all’occhio le tre statue di bronzo realizzate da don Luciano Carnessali ed inaugurate nel 2002 dall’Arcivescovo di Trento. Quella in primo piano raffigura una bambina accucciata accanto ad una capretta; alle sue spalle ci sono un uomo con una fascina in braccio ed una grande catasta di legno, un carbonaio, di cui si evidenzia il volto rigato dalla fatica. Le facciate delle case sono arricchite da affreschi, espressione dell’arte popolare, a dimostrazione di come il popolo bondonese fosse molto devoto: uno dei più celebri è l’affresco del Cinquecento che raffigura la Madonna in Trono che allatta Gesù Bambino, sulla facciata della casa di Via Giusti 24. Non mancano però neanche le immagini satiriche, come quella datata 1672 che si trova in via Baroni 13: il dipinto rappresenta, in gloria, l’incoronazione della Vergine e un Re che offre alla Morte del denaro in cambio della vita.

Scorcio del Castello di San Giovanni sulla rupe
Il visitatore è attratto anche dalla chiesa dedicata alla Natività di Maria, che si presenta con tre navate, ognuna con un altare, dove si respira la storia di Bondone attraverso anche le sue diverse trasformazioni. La chiesa primitiva viene ricordata nel 1312 ma si pensa che, dove oggi sorge l’abside dell’altare, ci fosse una piccola cappella campestre che accoglieva gli abitanti dedicati alla pastorizia, al taglio del legname e soprattutto i carbonai che tramandavano la propria attività nei secoli. Oggi si ammirano il bellissimo altare e contro altare dove troneggia la statua della Vergine Maria con Bambino in braccio, risalente al XVII secolo, e le statue di San Rocco e San Sebastiano. Il presbiterio è rivestito di noce finemente lavorato, circonda il coro e l’altare maggiore posto al centro dell’abside. Sulla navata destra si colloca invece l’altare di Sant’Antonio, con la pala che rappresenta la Vergine che porge il Bambino Gesù a Sant’Antonio alla presenza di altri santi. Nella navata sinistra c’è invece l’altare della Madonna Immacolata. Nell’agosto del 1855 la peste colpì Bondone, salvando solamente 8 famiglie. I pochi sopravvissuti fecero voto alla Madonna, dedicandole una giornata di festa e preghiera in cambio della sua protezione: le furono così dedicate la giornata dell’8 settembre e la chiesa del Paese. La celebrazione include il corteo in cui i portatori con Maria in spalla sono seguiti da numerosi fedeli arrivano fino alla chiesetta di Plos, ricordando i tanti abitanti sepolti e i carbonai che nei secoli hanno fatto la storia del paese. Gli appassionati di natura non possono perdersi la stupenda ferrata sul Lago d’Idro: la Ferrata Sasse (nella foto sotto un tratto sul lago), un tracciato a pelo d'acqua che collega il molo del battello di Baitoni (TN) a quello di Vesta (BS).
