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Rivello cosa vedere

Basilicata, perché Rivello è speciale

Il borgo del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano è uno scrigno di sorprese

Veduta di Rivello
©iStockphoto
Panorama di Rivello
Su un’altura che domina la Valle del Noce, nella provincia di Potenza, si adagia Rivello, uno dei borghi più suggestivi ed interessanti della Basilicata. Inserito perfettamente in una cornice naturalistica da togliere il fiato, appare quasi come un dipinto che ammalia il visitatore da ogni angolo. Quello che rende il piccolo paese una miscela di tradizioni, usi e costumi deriva probabilmente dal fatto che sia nato in sostituzione di quella che era le vecchia città di Velia, distrutta nel VIII secolo d. C. a causa delle scorrerie saracene, su un territorio che fu poi occupato da Longobardi e Bizantini che diedero ognuno la propria impronta culturale, tanto che ancora oggi permangono due nuclei distinti dell’abitato che fanno parte dello stesso contesto. E poi si susseguirono ancora Normanni, Angioini, i feudatari delle famiglie Sanseverino, Ravaschiero e Pinelli. L’armonioso paese, raggiungibile mediante un intricato intreccio di vicoli, stretti cunicoli e gradinate, è ricco di nobili palazzi ed edifici sacri, di cui oltre una ventina sono distribuiti nel centro storico. Ecco dunque una sorta di corteo immobile guidato dalla Chiesa Madre di San Nicola, risalente al periodo medievale, ampliata e sopraelevata intorno alla prima metà del Settecento. Costruita sulle rovine di quello che era un antico castello, si offre con la sua pregevole facciata e la preziosa scalinata settecentesca, ospitando al suo interno diverse tele ed affreschi oltre alla poderosa Cripta, che per dimensioni è seconda solo a quella di San Nicola di Bari. 



Nella parte bassa di Rivello spunta fiera la Chiesa di Santa Maria del Poggio, dove fanno bella mostra un fonte battesimale del Cinquecento, un bel polittico del Seicento e due tele illustri. Risale al 1512 il Convento di Sant’Antonio da Padova, il monumento di maggior pregio della città: si tratta una bella struttura dove sono conservati pregevoli affreschi tra cui una sontuosa Ultima Cena, attribuita al Pietrafesa. Al piano superiore è allestito il museo archeologico con reperti provenienti da tutta l’area del fiume Noce e da quella del Lao. Particolarmente interessante è la mostra permanente “Greci e indigeni tra Noce e Lao”, dedicata agli interessanti resti rinvenuti durante gli scavi condotti nella località Serra Città. Aggirandosi per i vari angoli del borgo ci si imbatte nel Palazzo Megale, le cui origini risalgono all’anno 1000 e la cui struttura comprende una cappella gentilizia esterna e una cappella interna dedicata alla Madonna del Rosario. Il palazzo, vero monumento architettonico medievale, presenta elementi di arredo risalenti al Primo Novecento, e un piacevole impatto si ha alzando lo sguardo verso lo splendido soffitto affrescato dove campeggiano i dipinti con soggetto le Belle Arti, nei medaglioni ai quattro angoli. Altra attrazione da non perdere è il Santuario della Madonna di Sovereto, situato ad ovest del borgo storico, edificato nell’Ottocento. Al suo interno è custodito il simulacro della Madonna Nera, trovata in Puglia vicino a Terlizzi 



Protagonista della realtà locale è una cucina composta da ingredienti poveri e genuini, che ha dato vita a ricette creative. A dominare è la pasta fatta in casa con farina di grano con fusilli, ravioli, laghenelle, una sorta di tagliatelle e cavatiell, ovvero gli gnocchi, ma anche polenta con i cosiddetti termini, i pezzi di salsiccia che una volta, quanto il pasto veniva servito in un unico piatto, servivano per dividere la porzione che spettava a ciascun commensale. Particolarmente apprezzata è la preparazione di capretto o agnello alla brace, e i “ghiummariell’”, involtini di interiora di agnello o capretto ripieni di formaggio, prezzemolo, aglio e pepe nero. Realizzato con la migliore carne di maiale è la soperzata, un salume dall’aroma fragrante e leggermente speziato. A rendere il borgo un luogo ideale anche per chi ama la natura è il fatto che si trovi inserito nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, con i monti Sirino e Coccovello che fanno da corona. Proprio ai piedi del Monte Sirino, in uno scenario unico tra la montagna selvaggia e il mare cristallino, si trova il Parco Avventura di Rivello, che sorge in un'area verde ed incontaminata di circa 8 ettari. Le numerose attività per grandi e piccoli annoverano diversi percorsi sospesi, dove si ha la sensazione di camminare nel vuoto. Le 20 piattaforme vanno da un minimo di 150 centimetri per i bambini fino ad un massimo di 7 metri di altezza dal suolo per i più temerari. E ancora la possibilità di praticare il tiro con l’arco con linee di tiro che variano dai 5 ai 30 metri, di volare con la teleferica della fionda scivolando tra gli alberi a 30 metri dal suolo ma anche la scalata di un pino secolare di 12 metri, una delle attrazioni più gettonate. 

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