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BIAF Biennale Antiquariato Firenze arte antica

Arte a Firenze: le opere più prestigiose del BIAF

In corso la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze: ecco alcune delle opere presenti

Scultura Tino di Camaino<br>
galleria Mehringer Benappi
Tino di Camaino - Angelo
Il capoluogo toscano torna ad ospitare, per la ventinovesima edizione, BIAF, la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, e fino al 4 ottobre l’occasione per tutti gli appassionati d’arte antica è ghiotta. Una vetrina prestigiosa e una cornice altrettanto importante, quella di Palazzo Corsini, per 88 tra mercanti e gallerie che presentano le loro selezionatissime opere.

Fra esse, numerose le opere pittoriche di valore. Scoperto pochi anni fa in un castello francese il Ritratto di Flora di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696?1770 Madrid), opera di altissima qualità realizzata verso la metà del ‘700 e rimasta nascosta per secoli a causa del suo soggetto ‘osé’. La Gloria di Sant’Andrea Corsini è il raro capolavoro di Luca Giordano (Napoli 1634 – 1705) per la prima volta sul mercato in quanto sempre custodito dai Principi Corsini che lo commissionarono. Ancora, Cavalli e rovine in riva al mare di Giorgio De Chirico (Volos 1888 – Roma 1978); ancora, il Ritratto di John Belasyse, in seguito Primo Lord Belasyse di Worlaby di Anthon Van Dyck (Anversa 1599 ? Londra 1641); una Natura morta con la scritta Feste di Filippo De Pisis (Ferrara 1896 – Brugherio 1956).

Per quanto riguarda le sculture, tre preziose opere appartenute un tempo alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Arnolfo di Cambio (Colle Val d’Elsa metà del 1200 – Firenze inizi del 1300) e Tino di Camaino (Siena 1285 circa – Napoli 1337 circa), appartenute all’importante famiglia fiorentina dei Torrigiani, raffiguranti rispettivamente un Apostolo (Sant’Andrea?) e due Angeli reggidrappo dell’Elevatio animae. Trovate maggiori informazioni su queste opere su Stile.it. Presente un Villano di Romolo Ferrucci del Tadda (Firenze 1544 – 1621), opera in marmo bianco di Carrara andata persa nel 1700 e ricomparsa agli inizi del Novecento nella prestigiosa collezione di Tammaro de Marinis a Firenze, commissionata per onorare il popolo livornese fedele alla Repubblica Fiorentina e posta nel 1496 alla sommità di una fontana nel Bastione del Porto di Livorno. E ancora, il Crocifisso in legno intagliato e policromato di Giuliani Giamberti detto Giuliano da Sangallo (Firenze 1445 – 1516 circa).

Per quanto riguarda i disegni, da segnalare Felice Giani (San Sebastiano Curone 1758 – Roma 1823) e i suoi Le Stagioni offrono doni a Cerere e Tritolemo, Trionfo di Bacco e Cerere, Cerere apprende dalla ninfa Aretusa del rapimento di Proserpina, Cerere implora Giove per il ritorno di Proserpina, tempere su carta preparatorie per la decorazione della volta del Teatro Cerere a Imola. Spazio anche alla glittica, con l’Amore e Psiche, da Charles Boulanger de Boisfremont (Rouen 1773 – Parigi 1838) realizzata da Giovanni Beltrami (Cremona 1770 – 1854) per la collezione glittica del conte Sommariva, che commissionò opere ai più importanti incisori del XIX secolo con lo scopo di riprodurre la sua leggendaria raccolta d’arte.

Tra i mobili brilla il cassettone Pignatti Morano di Custoza, risalente alla metà del XVIII secolo, in noce massello scolpito con bassorilievi e pietre e affrescato, realizzato da Duilio Cambellotti per l'appartamento Presidenziale dell'Acquedotto Pugliese di Bari. Infine, per quanto riguarda i libri il manoscritto in velluto di 301 pagine con miniature Dei di nobili uomini e donne di Giovanni Boccaccio.
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