Visitare l’Abruzzo significa rimanere ammaliati da realtà poco conosciute: tra queste spicca il comune di Roccamorice, che a poca distanza dal suo abitato ospita l’eremo di San Bartolomeo in Legio, abbarbicato su uno sperone roccioso di 50 metri a 700 metri sul livello del mare. Proprio questa sua particolare posizione ha permesso alla struttura di conservarsi dal degrado del tempo. Edificato dopo il 1250 dall’eremita Pietro Angelerio dal Morrone, passato alla storia come Papa con il nome di Celestino V, ha trovato luogo su una precedente costruzione.
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L'antico eremo, secondo alcune testimonianze provenienti dal processo di canonizzazione del Santo, doveva essere ubicato nel territorio di Roccamorice in montanis, cioè nella parte alta della Majella, a non molta distanza dal monastero di Santo Spirito. Le parti edificate dell'eremo di San Bartolomeo presentano una colorazione del tutto omogenea alle rocce che le incastonano e questo dona un’atmosfera ancora più affascinante perché appare tutt’uno con la montagna. La chiesa e due piccoli vani destinati agli eremiti si ergono sulla balconata rocciosa cui si accede tramite quattro scalinate: una a nord, composta da 30 gradini irregolari ricavati direttamente nella roccia, una a sud, ricavata sempre nella roccia, ma più lunga ed irregolare, ed infine due al centro della balconata, una delle quali svolgeva funzioni di Scala Santa. La chiesa ha una forma rettangolare e presenta in facciata tracce di un affresco che, nella parte bassa, raffigura un ostensorio e, nella parte alta, due riquadri con Cristo e una Madonna con Bambino.
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Un semplice architrave in pietra definisce il portale d’ingresso, mentre l’interno è illuminato da una porta-finestra. Nella nicchia dell’altare si ammira una statua di legno raffigurante San Bartolomeo con un coltello: il santo, infatti, subì il martirio dello scorticamento. La statua viene portata in processione dai fedeli il 25 agosto dopo essere scesi al torrente Capo la Vena per bagnarsi secondo un rituale molto antico, per poi arrivare nella chiesa del paese dove rimane fino al 9 settembre. Lungo la parete sinistra della chiesa si nota una piccola sorgente d'acqua, che viene convogliata attraverso un foro laterale in una vaschetta ellissoidale scavata nel pavimento e, tramite un canaletto, scorre fuori per perdersi nella roccia: questa è l’acqua ritenuta santa che viene mescolata con l'acqua della sorgente sottostante l'eremo e raccolta nell'acquasantiera.
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