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Abruzzo Abbazia di Santo Spirito del Morrone Parco della Majella

Abruzzo: cosa nasconde l’Abbazia del Parco Nazionale della Majella

Il Monastero di Santo Spirito del Morrone, a pochi chilometri da Sulmona, è un imponente complesso architettonico fondato da Celestino V 

Chiesa del complesso monastico di Santo Spirito
©Parco Nazionale della Majella 
Badia, chiesa del monastero di Santo Spirito al Morrone
A soli 5 chilometri dalla bella Sulmona si trova la frazione Badia, dove sorge un imponente complesso architettonico che ospita l’Abbazia celestiniana di Santo Spirito al Morrone, nota anche come Abbazia Morronese. Le sue dimensioni raggiungono i 119 metri per 140, ed è circondata da torri a base quadrata. La monumentale chiesa settecentesca e il monastero che si articola intorno a tre cortili maggiori e due minori racchiusi da una cinta muraria emanano notevoli suggestioni anche a distanza di tanti secoli. Come evoca il nome a fondare l’Abbazia fu l’eremita Pietro Angeleri, passato alla storia con il nome di Celestino V quando venne eletto Papa che, giunto ai piedi del Monte Morrone, nel 1241 fece ampliare l’originaria cappella di Santa Maria del Morrone promuovendo la costruzione di una chiesa dedicata allo Spirito Santo.

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Nel 1293 si ebbe la proclamazione ufficiale del convento come sede dell’Abate Supremo dell’Ordine dei Celestini. Con il passare del tempo il complesso subì diverse ristrutturazioni, ad incominciare da quella voluta dal re Carlo d’Angiò nel 1299 che ricostruì il monastero e alcune successive al terremoto del 1706. All’inizio dell’Ottocento, con la soppressione degli ordini religiosi, diventò anche penitenziario. L’ultimo restauro, iniziato nel 1997, ci ha regalato quello che possiamo ammirare ancora oggi, ovvero una superba costruzione con il portale d’ingresso settecentesco che porta il visitatore direttamente nel Cortile dei Platani, di fronte alla chiesa che si presenta con la facciata a due ordini dii semi colonne e un campanile che riprende quello dell’Annunziata a Sulmona. L'interno a croce greca con cupola è tutto da ammirare: il portale è internamente sormontato da un bell'organo barocco a intagli, nell’abside si trova un bellissimo coro in legno anch'esso di epoca barocca, a sinistra del presbiterio la Cappella Caldora ospita il Sarcofago di Restaino Caldora-Cantelmo, opera di Gualtiero d'Alemagna.

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Diversi affreschi quattrocenteschi abbelliscono la parete di fondo e, a voler scoprire un piccolo angolo del pavimento che porta ad una gradinata si arriva nella parte inferiore che cela una piccola chiesa a pianta irregolare. Dal Cortile dei Platani si arriva anche ai diversi ambienti che in origine costituivano il complesso monastico come il dormitorio e il refettorio: quest’ultima area è di grande pregio per la presenza della decorazione monocromo realizzata dal monaco Joseph Martinez tra il 1717 e il 1719, con soggetti tratti dalle Storie bibliche, episodi della vita di Pietro Celestino e le Virtù. 
 
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