Ieri pomeriggio la Capitale è stata sfiorata da un terremoto di debole intensità dovuto alle moderate attività vulcaniche relative alla morfologia dei Colli Albani, zona rinomata per essere sede di scosse seppur dalla magnitudine generalmente inferiore a 5. Come si legge su Centro Meteo Italiano, le dichiarazioni degli esperti dell'Ingv fanno risalire l’ultima sequenza importante registrata nell’area, a più di venti anni fa, per la precisione tra il 1989 e il 1990 e non si prevedono rischi nel breve periodo legati all’attività vulcanica. Trattandosi di scosse legate alle fasi tardo-magmatiche del vulcano, queste vanno a generare movimenti sempre più deboli e, dunque, è da escludere una situazione distruttiva per Roma. Resta tuttavia l'esigenza di effettuare controlli preventivi su alcune chiese e monumenti antichi dalla struttura molto fragile e già corrosi dal tempo, nonchè su edifici, anche quelli adibiti al ricovero di persone, come gli ospedali, le scuole. Una classificazione sismica del Lazio (fonte: Enea) rileva che sulla Capitale il rischio è molto basso, il livello più pericoloso invece è sui Castelli, dove ieri si è verificata la scossa e sulle aree a Nordest della Regione, in particolare sulle aree appenniniche.
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