Spiagge candide e selvagge, saline e paludi, ampie risaie e riserve naturali. Mandrie di cavalli bianchi che corrono bradi su distese d’acque poco profonde, mentre stormi di fenicotteri rosa planano all’orizzonte. In lontananza, risuonano le grida dei ‘gardians’, i mandriani a cavallo che sorvegliano i branchi di tori. Siamo in Camargue, regione del sud della Francia alle foci del Rodano, una terra nota per il suo ambiente incontaminato che invita a vivere senza fretta, a riscoprire antiche consuetudini, assaporando appieno le giornate e cogliendo le bellezze della natura.
Ecco perché il “safari” è una delle chiavi di lettura più indovinate per partire alla scoperta di questo territorio. A proporre questa tipologia di vacanza sono le ‘manades’, fattorie di origine antica (alcune risalgono al Medioevo) in cui, oltre alle attività agricole, alla caccia e alla pesca, si allevano i famosi tori e cavalli di pura razza Camargue. Qui, i ‘manadier’ hanno messo a punto un’offerta turistica basata su un approccio diretto al territorio e alle sue tradizioni: in primo piano l’esplorazione della flora e della fauna del Parco naturale regionale della Camargue, accompagnati da una guida esperta, a bordo di fuoristrada, quad, a cavallo o - per i più sportivi - a piedi e in mountain bike.
Un “safari” attraverso un’area protetta di 86.300 ettari popolata da centinaia di specie di uccelli migratori, lungo sentieri poco battuti, spaziando dalle spiagge di Saintes-Maries-de-la-mer alle acque blu cobalto dell’Étang de Vaccarès, dove secondo un’antica leggenda vivrebbe la ‘bête du Vaccarès’ (una specie di satiro dalle lunghe corna), fino alle acque rosa di Salin-de-Giraud, le saline più grandi del Mediterraneo. Completa la proposta turistica la possibilità di vivere in prima persona una vera ‘journée camarguaise’, una giornata volta a scoprire da vicino il lavoro dei mandriani, partecipando alle tipiche ‘ferrade’ (marchiatura a fuoco del bestiame) o assistendo alle corse dei tori (una prova di coraggio non cruenta dove a vincere è sempre l’animale). A concludere, tutti intorno all’aia, seduti su enormi balle di paglia a gustare il tipico pasto locale (riso e carni alla griglia) mentre va in scena uno spumeggiante spettacolo gitano, prima di pernottare nelle stanze messe a disposizione da alcune manades.
L’offerta è dunque varia e al turista non resta che scegliere il punto di partenza per la propria avventura. Si può cominciare, ad esempio, con il “safari” proposto dalla Manade de Meyranne oppure montare a cavallo da mandriano alla Manade Jalabert o ancora assistere a una ‘course camarguaise’ presso la Manade Blanc mentre la luce del tramonto dipinge di rosso l’intero paesaggio.
Leggi anche
Camargue al galoppo
Informazioni:
www.camargue.fr