Napoli e la Città della Scienza

"Sei punti di innesco, quattro a benzina, due di sostanze chimiche a Città della Scienza. Incendio doloso." Lapalissiano il commento di Ciro Pellegrino su Twitter, uno dei tanti utenti che in queste ore stanno contribuendo allo scambio di informazioni, emozioni, pareri e quant'altro intorno all'incendio della Città della Scienza di Napoli, divampato ieri notte. Reazioni più che altro sconcertate e sconfortate, come quella di Roberto Saviano "Città della scienza prende fuoco. Sembra che a Napoli nulla sia destinato a sopravvivere", oppure di Andrea Vianello "La città della scienza di Napoli che brucia mentre noi siamo qui a chiederci che faranno i marziani di Grillo e' il segno di un paese sperso".

Certo è che ad andare in fumo è un gioiellino della divulgazione scientifica nato sul modello de La Villette a Parigi, in quel di Bagnoli, ex quartiere industriale riconvertito a polo tecnologico proprio grazie all'inaugurazione (avvenuta negli anni '90) della Città della Scienza. La cittadella si sviluppa all’interno dei capannoni sul lungomare di Bagnoli che si estendono su un’area di 12.000 metri quadrati, tanti quanti sono stati distrutti dall’incendio. Ogni anno qui si svolgeva la manifestazione “Futuro Remoto”. Un viaggio tra Scienza e Fantascienza” organizzata dalla Fondazione IDIS sin dal 1987. In più il complesso ospitava mostre di arte contemporanea offrendo un grande quantità di spazi espositivi organizzati per permettere l’interazione del visitatore con le opere d’arte.

“Mi piacerebbe che il Napoli destinasse parte del prossimo incasso alla ricostruzione della Città della Scienza, un patrimonio della città” – afferma il giornalista sportivo Ivan Zazzaroni sempre su Twitter. E la macchina per promuovere sostegno e solidarietà a Napoli è già partita. Si può contribuire molto concretamente, ad esempio, con donazioni su cc postale intestate a a Fondazione Idis Città della Scienza - IBAN IT41X0101003497100000003256.