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Monza: la Villa Reale

la VIlla Reale

Gli alberi e le piante venivano disposte in un ordine solo apparentemente caotico, ma in realtà studiato nei minimi particolari, e destinato ad aprire scorci suggestivi o immettere in angoli nascosti..

Monza
Settantamila zecchini doro. Questa la cifra con cui Maria Teresa dAustria dava il via alla costruzione di una residenza reale in terra lombarda. Destinatario di tanta dimora il figlio Ferdinando, governatore della provincia, che aveva fino ad allora affittato ogni volta, per il periodo che trascorreva a Milano, un appartamento diverso. Per la realizzazione del progetto fu chiamato a corte lImperial Regio Architetto Piermarini, già collaboratore del Vanvitelli alla costruzione della Reggia di Caserta, e come luogo fu scelto un terreno nei pressi di Monza, per via dellaria salubre, del paesaggio ameno e per la comodità di trovarsi sulla direttiva per Vienna. In soli tre anni il lavoro fu completato e gli Asburgo poterono così vantare una nuova reggia che, per sfarzo, dimensioni ed eleganza, nulla aveva da invidiare alle più note di Schoenbrunn o di Versailles. La pianta ad U, tipica delle ville lombarde, prevedeva un corpo centrale, di rappresentanza, cui saggiungevano due ali laterali per le stanze padronali e degli ospiti, e altre due sezioni perpendicolari alla parte principale, destinate alla servitù, alle stalle e agli attrezzi. La novità del progetto, ai tempi considerata rivoluzionaria, riguardava la triplice partizione delle zone degli alloggi, con le stanze poste lungo i due lati e un corridoio centrale che ovviava così allinterdipendenza delle stanze, come fino allora era stato. Con lincoronazione di Napoleone la villa divenne la residenza di Eugenio di Beauharnais, viceré di Francia. Nello stesso anno furono completati i lavori nel giardino allinglese, vennero spianati due lunghi viali alberati verso Monza e verso la Brianza e, su ordine di Napoleone stesso, fu costruito, su di unarea di ottocento ari, un parco privato recintato che sarebbe servito come riserva di caccia e come area agricola. I giardini del parco della villa comprendono una parte di rappresentanza, la più estesa, concepita alla francese, e quindi classica nellimpostazione, squadrata, con i sentieri costeggiati da cespugli, le rotonde adornate di fiori, le fontane e i giochi dacqua, e una parte privata, di gusto tipicamente inglese, dove la creazione dellambiente era tesa allimitazione della natura. Gli alberi e le piante venivano disposte in un ordine solo apparentemente caotico, ma in realtà studiato nei minimi particolari, e destinato ad aprire scorci suggestivi o immettere in angoli nascosti, in grotte create ad arte, cascatelle, torrenti. Questa è forse la zona dei giardini più interessante, vera innovazione di questarte e futuro esempio per una moderna concezione del giardinaggio.
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