In Emilia Romagna la terra non smette di tremare. Dopo la violenta scossa di terremoto che domenica mattina ha colpito quelle zone, provocando 7 morti e costringendo oltre 3.000 persone a restare lontano dalle loro abitazioni, continuano senza sosta le scosse di assestamento - più di un centinaio registrate finora -.
Le scosse più violente, di magnitudo 3,7 e 3,6 della scala Richter, sono state avvertite intorno alle 3 e alle 4 di domenica notte nelle zone fra Mirandola, San Felice e Finale Emilia, le stesse cittadine più colpite dal terremoto di 24 ore prima.
Tanti i cittadini che non hanno ancora trovato posto nelle tendopoli allestite con celerità dalla Protezione civile e che, quindi, si sono arrangiate, dormendo nelle proprie automobili o in sistemazioni di fortuna.
Ingenti anche i danni al patrimonio artistico della zona. Le scosse di terremoto, ad esempio, hanno danneggiato gravemente il campanile della chiesa di Correggioli, una frazione del Comune di Ostiglia, costringendo i vigili del fuoco a demolirlo per evitare crolli nella sottostante strada principale del paese. La chiesa è sconsacrata da tempo e chiusa al culto, ma il campanile, risalente al XIII secolo, rappresentava una testimonianza storica di grande pregio.
Notevoli, infine, i danni ad allevamenti, strutture rurali, stalle, fienili e serre, che mettono a dura prova il sistema produttivo della zona. Una prima stima dei danni, infatti, parla di oltre 250 milioni di euro, tanto che il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha attivato con immediatezza un monitoraggio dei danni per definire il reale ammontare delle perdite per le aziende e gli agricoltori.
EMILIA-ROMAGNA: I MONUMENTI DANNEGGIATI DAL SISMA