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Sono smisurate le dimensioni della Cina, con la sua estrema varietà ambientale, geografica ed umana. Le regioni occidentali si differenziano nettamente da tutto il resto della nazione. Qui si trovano le montagne più elevate con altitudini tra i 6 e gli 8.000 metri e ghiacciai perenni, come le catene del Karakorum, dell’Himalaya e tante altre, altipiani aridi e stepposi a 5.000 m di quota come il Tibet e il Pamir, ma anche deserti enormi e infuocati con laghi salati e pietraie come il Turpan, il Tengger, il Taklimakan e il Gobi, la grande depressione del Turpan, tra le maggiori della terra. Se tutto questo vi affascina la possibilità unica di vivere un’esperienza fuori dall’ordinario la offre l’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi”, che propone nella Cina occidentale una vera spedizione di 17 giorni affrontando per la prima volta l’ostico deserto dell’Alashan da sempre evitato dalle carovane. Uniche partenze di gruppo con voli di linea da Milano e Roma il 5 agosto e 4 settembre, pernottamenti in hotel 4 stelle e 3 notti in tenda con pensione completa, guida locale e accompagnatore italiano. Le quote partono da 4.180 euro. L’itinerario si sviluppa attraverso Gansu, Mongolia Interna e Xinjang, le tre regioni più ricche di testimonianze, comprese tra l’altopiano tibetano, il Gobi e le maggiori montagne centrasiatiche. Si parte da Lanzhou, capoluogo del Gansu sul Fiume Giallo raggiunto in volo da Pechino, e dopo Zhangye, importante stazione lungo la Via della Seta dove si visita la statua del Budda dormiente più grande della Cina, si arriva all’altopiano del Gobi-Alashan nella Mongolia Interna per esplorare il deserto di Badan Jilin, con dune alte 400 metri e il maggior complesso al mondo di laghi nel deserto. Tra laghi salati, dune, verdi foreste e antiche fortezze si raggiungono le imponenti rovine di Khara Khoto. Attraverso il Gobi Nero si arriva a Jiayuguan, avamposto cinese più occidentale della Grande Muraglia e nel 1300 estremo limite dell’impero. Si raggiunge quindi l’oasi di Dunhuang, dove la Via della Seta si biforcava per evitare il terribile deserto del Taklimakan e ricongiungersi poi a Khasgar, famosa per il complesso delle grotte di Mogao, una delle massime espressioni artistiche del Buddismo con affreschi e statue protetti dall’Unesco. Seguendo il percorso meridionale attraverso una successione di fiorenti oasi, si attraversa in tutta la sua larghezza il deserto da sud a nord fino a raggiungere il percorso settentrionale e l’oasi di Turpan nello Xinjiang, da dove si visitano i resti delle città morte di Jiaohe e Gaochang e le grotte buddiste di Bezeklik. Da Urumqi, dove si visitano le mummie di Loulan che risalgono a 6 mila anni fa, si rientra in aereo a Pechino. Informazioni tel: 02/ 34934528, www.deserti-viaggilevi.it
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