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Padova goliardica

Goliardia è cultura e intelligenza

Padova non si ferma, non si riposa, quasi non si basta più. Città d'arte al pari di Venezia e Verona, forse vanta, rispetto ad esse, qualcosa che nessun capolavoro artistico, per quanto sublime, può restituire. E' lo spirito goliardico che la anima da dentro.

Padova
courtesy of ©Danesin, Archivio APT Padova
La goliardia a Padova è molto più che un retaggio degli antichi splendori universitari, è uno spirito ancora vivo che anima la città da dentro, sprigionandosi tutt’ora dalle aule universitarie per finire sulle strade, sui volti della gente, sui gesti rivoluzionari degli studenti in maschera e su quelli veraci dei venditori al mercato delle Erbe. Anche per questo Padova è una delle realtà più dinamiche dell’Italia settentrionale. L’Università di Padova è la seconda d’Europa, destinata da subito a una grande storia. Tra i suoi Maestri del passato spicca Galileo Galilei e, negli anni più recenti, Concetto Marchesi e Manara Valgimigli. La cattedra di Galilei custodita nel celebre Palazzo del Bò è un cimelio che, da solo, merita un viaggio. La nascita ufficiale della goliardia a Padova risale all’8 febbraio 1900, in occasione delle Feriae matricolarum organizzate per rendere omaggio agli studenti morti per l’indipendenza l’8 febbraio 1848, una tradizione che dura ancora oggi. Dopo il buio delle guerre mondiali, la ripresa delle attività fu scandita dal motto “Goliardia è cultura ed intelligenza”. Inizia una nuova storia. Costumi caricaturiali, giornali satirici, corsa delle bighe, recite teatrali, quanto di meglio aveva lasciato il mondo universitario pre-bellico viene recuperato con l’intento di sovvertire qualsiasi convenzione e pregiudizio. Negli anni Cinquanta nacquero addirittura dei partiti, nel decennio successivo venne fondata la rivista satirica L’iperbole di Sorbole e la “polifonica Lenguazza” che proponeva canzoni con testi irriverenti, boccacceschi e sfrontati. Oggi la tradizione goliardica vive ancora attraverso le attività del Tribunato degli studenti e degli Ordini goliardici che vi si riconoscono. Il Palazzo del Bò (Via VIII Febbraio 2) sede storica dell’università, mantiene nel nome l’essenza irriverente della goliardia padovana e nelle sue sale cimeli e capolavori di quel periodo d’oro, come il teatro anatomico. A due passi dal Bò ci si trova nel centro della città, nelle due piazze tra loro comunicanti che mantengono ancora le funzioni originarie. Piazza delle Erbe è il centro commerciale, dove si svolge, ora come un tempo, il tradizionale mercato, Piazza dei Signori è il centro delle civiche istituzioni. Tra le due piazze sembra vigere la regola del contrappunto. Quanto più pittoresca, vivace e articolata è l’una, quanto più geometrica e aristocratica appare l’altra. Gli archi che le uniscono sanciscono l’armonia definitiva. Il centro di Padova si presenta in fondo tutto così, come un dedalo di archi e di portici apparentemente scoordinati, che si inseguono sinuosi e si incastrano fra piazze, ghetti e palazzi.
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