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Ferrara tra Medioevo e Rinascimento

Ferrara: ferma tra Medioevo e rinascimento

Diversamente da quanto avvenuto in altre città l'assetto rinascimentale del territorio ha retto il trascorrere del tempo. La modernizzazione della città è così proceduta sui binari della completa salvaguardia del patrimonio

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Ferrara è una città che conserva tracce abbondanti del passato medievale. In via delle Volte e in via Ripagrande, che delimitava a sud la riva del Po e segnava la dimensione della città, sono ancora visibili e chiaramente leggibili i moduli edilizi delle varie unità abitative che formavano il tessuto della città due-trecentesca. Si tratta di palazzetti su due piani, larghi dai quattro ai sei metri, molto profondi verso linterno e fittamente accostati gli uni agli altri. Ledilizia religiosa di età comunale trova la sua massima espressione nel Duomo. Il dibattito teologico sulla Trinità disegnò la forma anomala, tricuspidata, della facciata, unica nel panorama delle cattedrali medievali. Lavorarono alla fabbrica, a partire dal 1135 circa, due schiere di architetti in sequenza. La prima guidata da un certo Nicholaus donò alledificio il generale aspetto romanico, laltra, fatta di maestranze tedesche, operò sulla facciata con interventi dal carattere marcatamente gotico. Alla fine del Trecento fu inserita, sulla destra del portale dingresso, la statua di Alberto dEste, rappresentato mentre mostra ai passanti la rosa doro, onoreficenza che il papa concedeva in età medievale ai regnanti di sangue. Nel Museo del Duomo, annesso alla basilica, sono conservati importanti oggetti darte. Tra tutti spiccano le ante dellantico organo, dipinte nel 1469 da Cosmè Tura, raffiguranti allinterno lAnnunciazione e allesterno San Giorgio che libera la principessa, dove si fondono Gotico cortese e cultura padovana. Le due tavole dellAnnunciazione hanno fondali architettonici derivati da Mantegna, come anche i panneggi rigidi e spigolosi alla maniera di Francesco Squarcione e le rocce fantasticamente stratificate. Le due tavole con limpresa di san Giorgio, tema cortese per eccellenza, sono pervase da un dinamismo sfrenato, sottolineato da contorni taglienti e da espressioni stravolte che coinvolgono uomini e animali. Ai margini del perimetro sud della cattedrale, caratterizzato da una fantasiosa lavorazione in cotto, sorge la bella Piazza delle Erbe, centro commerciale della città. Le botteghe si aprivano un tempo, così come fanno oggi, nel profondo loggiato che corre lungo la fiancata destra della chiesa. Collocato al centro della città sorge ledificio simbolo del potere estense: si tratta del Castello. Lungo lattuale corso Giovecca, dove correva lantica cinta di mura, fu costruito il primo nucleo della grandiosa architettura, la Torre dei Leoni. Attorno alla torre Bartolino da Novara costruì ledificio (1390 circa), aggiungendo altre tre torri attorno ad un cortile di forma quadrata. Lampliamento della città realizzato da Biagio Rossetti (1447-1516) a nord delledificio, la cosiddetta Addizione Erculea, determinò lattuale anomala posizione del monumento, che dunque già alla fine del Quattrocento perse ogni caratteristica militare per trasformarsi in luogo di rappresentanza del potere estense. Al primo piano si conservano alcune sale decorate da maestri ferraresi quali Sebastiano Filippi e Dosso Dossi. I nomi delle stanze e dei luoghi dicono da soli della loro destinazione: il salone dei Giochi, la sala dellAurora, il camerino dei Baccanali, il giardino degli Aranci. A Biagio Rossetti si deve ledificazione di edifici particolarmente significativi: la chiesa di San Francesco, datata al 1493, per esempio. La facciata, realizzata in cotto e scandita da un equilibratissimo gioco di lesene e cornici, è uno dei più felici esiti del rigore formale rinascimentale. Linterno, a tre navate con cappelle laterali, conserva intatte le caratteristiche originarie. La chiesa di San Cristoforo alla Certosa, ai limiti delle mura rinascimentali, e il Palazzo Costabili, detto anche di Ludovico il Moro, sono altre architetture che spettano al suo estro. Il palazzo, sede del Museo Archeologico Nazionale, custodisce opere darte greca ed etrusca di straordinaria bellezza. Rossetti rivolse particolare cura al Palazzo dei Diamanti, nuovo cuore della città dopo quello medievale della Cattedrale e del Castello. Posto su un quadrivio di strade importanti, ledificio fu disegnato in pianta sul tracciato astrologico del tema di nascita di Ercole I dEste. Esso domina la via dei Prioni (oggi Corso Ercole I dEste), che Vincenzo Cardarelli definì la strada più bella del mondo. Sede della Pinacoteca Nazionale, ospita importanti mostre organizzate dalla società pubblica Ferrara Arte (è ora in corso la bella esposizione Da Canaletto a Constable. Vedute di città e di campagna dalla Yale Center for British Art). Ultima testimonianza del mecenatismo estense è la Palazzina di Marfisa dEste in corso Giovecca. Qui Torquato Tasso declamava i suoi versi e cantava i suoi amori disperati. Collocata non lontano dal Palazzo Schifanoia, la casa fu acquistata, insieme a tutti gli arredi, e ristrutturata nel 1938 dalla Cassa di Risparmio di Ferrara. Vicino sorge il grande palazzo Roverella, costruito interamente in cotto da Biagio Rossetti dieci anni dopo ledificazione del Palazzo dei Diamanti. Sulle sue forme Girolamo da Carpi realizzò nel 1530 il Palazzo Naselli-Crispi in via Borgo dei Leoni. La caduta della dinastia, con il conseguente crollo economico e demografico, impedì il rinnovamento urbanistico ed architettonico di Ferrara dopo la metà del XVI secolo. Diversamente da quanto avvenuto in altre città (Mantova, per esempio) lassetto rinascimentale del territorio ha però retto il trascorrere del tempo. La modernizzazione della città è così proceduta sui binari della completa salvaguardia del patrimonio artistico.
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