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Napoli - Sotterranei

Dove regna il silenzio

C'è una parte della città meno nota, quella nella quale non arriva il sole e non c'è spazio per il frastuono delle voci e dei clacson, dove regnano il silenzio e l'oscurità: è la Napoli sotterranea.

Napoli
courtesy © APT Napoli
La straordinaria potenza delle bellezze paesaggistiche e artistiche fa di Napoli uno dei principali centri del turismo mondiale. Le isole del golfo, il Vesuvio, i centri archeologici di Paestum e Pompei nelle vicinanze, le testimonianze urbane del periodo medievale e di quello barocco, lestro del popolo, linimitabile tradizione gastronomica costituiscono richiami ben noti (e anzi fin troppo inflazionati) ai quali pochi sembrano resistere. Cè una parte della città meno nota, quella nella quale non arriva il sole e non cè spazio per il frastuono delle voci e dei clacson, dove regnano il silenzio e loscurità: è la Napoli sotterranea. Poco nota ai visitatori forestieri, questa seconda Napoli, alternativa alla città dei Pulcinella, si offre da qualche anno alle attenzioni del pubblico internazionale. Da una porticina incuneata nella Chiesa di San Paolo Maggiore (Piazza San Gaetano 68), in pieno centro storico, a due passi da San Lorenzo, comincia litinerario. Si consigliano cappellino di lana o di cotone e un impermeabile per proteggersi dallumidità. Si visita una parte di quello che gli speleologi e gli archeologi ritengono fosse lacquedotto augusteo, detto della Bolla, che portava acqua da Sarno ai pozzi cittadini attraverso centosettanta chilometri di condotti. Cunicoli, cisterne e sbancamenti, dallincerta datazione e dalla destinazione duso dubbia, caratterizzano il percorso. La storia della Napoli nascosta cominciò circa cinquemila anni fa e proseguì in epoca greco-romana. Grosse quantità di tufo furono impiegate nel V e nel IV secolo a.C. per la costruzione delle mura e dei templi e numerosi ambienti furono scavati per creare una serie di ipogei funerari: sotto lodierna chiesa di Santa Maria del Pianto a quaranta metri di profondità, sotto la strada che oggi collega la Sanità ai colli Aminei. La consuetudine di costruire acquedotti nel sottosuolo si affermò più tardi, in epoca romana, quando la città crebbe destensione e di popolazione. Ancora nel XVII secolo si ergevano passaggi sotterranei per lacqua e soltanto allinizio del Novecento si abbandonò definitivamente luso della rete di cunicoli e cisterne (che aveva raggiunto lestensione di oltre un milione di mq). Con lo scoppio della seconda guerra mondiale e i susseguenti bombardamenti le gallerie, ancora non in stato di abbandono, vennero utilizzate come ricoveri antiaerei. Nei successivi cinquanta anni il disinteresse nei confronti del sottosuolo montò, finché gruppi di speleologi e archeologici non si sono dati cura, in tempi più recenti, di restituire alla comunità cittadina tale immenso patrimonio storico-artistico.
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