Per un vulcano ripreso di notte i suggerimenti sono quelli che di solito si danno per le fotografie ai fuochi di artificio: pellicole sensibili e diaframmi aperti
Si è fatta molta strada nella foresta,, ci si è aperti il percorso tra sentieri invasi dalla vegetazione e allimprovviso eccole, in tutta la loro maestosità: le cascate di Iguazù inella Mesopotamia argentina. Come fotografarle al meglio?
Primo suggerimento: giocare con diversi tempi di posa. Velocità elevatissime (1/1000) riusciranno in certi casi a riprendere distintamente le miriadi di goccioline di uno spruzzo, mentre pose lunghe (diversi secondi) conferiranno allacqua un effetto velato, come un morbido tessuto tra le rocce. Quastione di gusti.
Secondo consiglio: se è possibile, camminare il più possibile intorno alla cascata e prima o poi un arcobaleno apparirà nel mirino.
Larcobaleno è un effetto ottico determinato dalla luce del sole che colpisce la pioggia cadente. Nel caso fortunato che si riesca a vederlo per tutta la sua estensione di centottanta gradi assicurarsi di averlo inquadrato tutto con il grandangolo, mentre per accentuare i colori sulla pellicola si possono provare pose leggermente sottoesposte
Altro soggetto particolare sono i vulcani in eruzione.
Per un vulcano ripreso di notte i suggerimenti sono quelli che di solito si danno per le fotografie ai fuochi di artificio: pellicole sensibili e diaframmi aperti. Se ci si trova a fotografare un vulcano con luce diurna bisogna valutare lopportunità di tempi di posa relativamente rapidi per una più definita ripresa dei lapilli; se, invece, è il lento scorrere di una massa magmatica incandescente il soggetto che interessa, si può lavorare con tempi medi o lunghi. Un panno andrebbe sempère tenuto a portata di mano per pulire le lenti dalle componenti gassose che inevitabilmente si depositano su di esse.