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Tutto quello che c'è da sapere sui Pasquali di Bormio

Il 27 e 28 marzo appuntamento in Alta Valtellina per assaporare il fascino di una manifestazione folkloristica in cui l’elemento religioso e quello artigianale si fondono per raccontarsi attraverso la sfilata di elaborati carri allegorici

I Pasquali di Bormio
Courtesy of© Fausto Compagnoni
I Pasquali di Bormio
Tanti i modi di dire Pasqua: ogni area dello stivale, in memoria del territorio di appartenenza, porta in scena riti e tradizioni pronti ad intrattenere ed entusiasmare turisti e cittadini. Chi arriva in Alta Valtellina può unire l’utile al dilettevole: gli animi sportivi possono infatti misurarsi con l’ultima neve in quel di Bormio, un'importante meta del turismo montano nazionale che delizia con il suo comprensorio caratterizzato da più di 180 chilometri di piste di sci alpino, nordico e snowboard ma non è tutto, l’area è rinomata anche per le sue calde acque termali dei centri di Bormio Terme, Bagni Nuovi e Bagni Vecchi, conosciute fin dai tempi degli antichi Romani, il posto giusto per godere di intensi momenti a tutto benessere.
 
 
Non solo sport e relax in quanto, chi si trova a trascorrere la Settimana Santa nel cuore delle Alpi potrà familiarizzare con i Pasquali, ovvero una manifestazione che affonda le sue radici nella cultura pastorale di questa terra là dove un agnello veniva arrostito e distribuito alla gente il giorno di Pasqua dopo essere stato benedetto. Le prime testimonianze relative a quello che si potrebbe definire un vero e proprio rito propiziatorio risalgono al XVII secolo ma fu alla fine del XIX secolo che venne introdotta la gara, tra i vari “reparti” cittadini, per adornare al meglio il proprio animale al fine di portarlo a ricevere la benedizione nella piazza principale del paese. La manifestazione, dal 1998, è organizzata dall’Associazione "I Reparti di Bormio" con lo scopo di tramandare antiche tradizione là dove, a fare da protagonisti, sono carri composti da portantine in legno, dette barelle, la cui larghezza massima deve misurare 3,30 metri mentre l’altezza non deve superare i 3 metri e, infine, per quel che concerne la lunghezza non sono previsti limiti, possono infatti raggiungere anche i 5-6 metri.
 
L’attività coinvolge tutti, grandi e piccini, divisi in cinque contrade o “riparti” che altro non sono che una vera e propria descrizione urbanistica dell'abitato: c’è quello Maggiore con il rosso il cui simbolo è il lupo che, con la sua voracità, testimoniava la peggior caratteristica dei nobili che un tempo risiedevano in quella zona mentre il reparto Buglio, legato al blu, deve il suo nome ai “bui” che in bormino significa fontana: in questa contrada infatti sono tanti i lavatoi in cui un tempo le donne erano solite fare il bucato. C’è poi il reparto Combo, rappresentato da un gatto in campo bianco in quanto, anticamente, gli abitanti della contrada erano soprannominati “ i Gat”; la ruota di un mulino su sfondo verde è invece il simbolo del reparto Dossiglio in quanto era proprio in questa zona che erano concentrati la maggior parte dei mulini utilizzati per la macinatura del grano e, infine, Dossorovina il cui nome è legato alla famosa colata di fango che coinvolse parte di questa contrada che fu ricostruita sulle rovine della precedente.
 
La preparazione dei Pasquali inizia nei mesi invernali e impegna innumerevoli figure trattandosi di progetti complessi la cui realizzazione necessita l’ausilio di ingegneri e figure tecniche in grado di dare direttive per componenti meccaniche ed elettriche fino ald avvalersi del supporto di artigiani, falegnami etc. che vanno a plasmare materiali principalmente naturali come il legno e, per le decorazioni, muschi, licheni e ancora semi naturali etc. Questi carri, oltre ad essere preziosi per l’estetica, sono affascinanti per il messaggio di cui si fanno portatori che spazia dalla religione e l'amore di Dio per gli uomini, alla tolleranza nei confronti delle diversità etc.
 
 
Anche le donne hanno un ruolo determinante: sono le responsabili dell’allestimento, si occupano infatti delle decorazioni lavorando il muschio pronto a ravvivare colonne, archi etc. Non è tutto, sempre a loro spetta il compito di realizzare dei “lavoretti”, ogni anno diversi, che rappresentano una sorta di augurio pasquale dato in omaggio ai presenti dopo la benedizione dell’arciprete: ogni reparto, con il suo colore, si racconta attraverso spighe, fiori di carta, lavori all’uncinetto, cortecce legno decorate etc., il tutto pronto a sfilare precedendo i Pasquali portati a spalla dai giovani del posto. 
 
Sono ben 19 i carri in concorso che verranno valutati da un’apposita giuria formata da 24 membri pronti a stilare una classifica in base a diversi fattori che spaziano dal significato religioso al lavoro artigianale e artistico, senza dimenticare l’aspetto culturale e di tradizione, fulcro della manifestazione stessa. Sulla base della somma dei punti ottenuti si procede con la classifica finale che, grazie ai fondi raccolti dal Comune di Bormio, dagli operatori turistici e dall’Associazione I Reparti di Bormio, prevede buoni in denaro la cui cifra va dai 1800 euro per il primo posto fino a scalare ed arrivare ai 400-420 euro per gli ultimi classificati. 
 
I Pasquali, per quel che concerne l'edizione 2016, danno appuntamento domenica 27 marzo alle ore 9.00 in quel di Piazza V Alpini, punto di partenza della sfilata che proseguirà poi per le principali vie del paese per concludersi con la premiazione del miglior Pasquale prevista alle ore 17.00 in Piazza Cavour. Questi capolavori rimarranno poi in esposizione in piazza del Kuerc fino alle ore 19.00 di lunedì 28 marzo affinché tutti possano avere l’opportunità di ammirare con i propri occhi quella che risulta essere una preziosa testimonianza delle antiche radici di Bormio. Successivamente i carri saranno tenuti in esposizione nelle piazzette del paese dove possono sostare ancora un mese o più, in base al meteo, mentre i pezzi di grande valore artigianali saranno messi in vendita per fare la gioia tanto di turisti quanto di locali desiderosi di avere qualcosa di unico. Infine, per un souvenir degli eventi trascorsi, è possibile acquistare in edicola, al costo di 7 euro, il bollettino dei Pasquali, una sorta di rassegna stampa che racconta l’intera manifestazione.
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