Nato in Grecia da genitori italiani, Giorgio De Chirico è il principale esponente della pittura metafisica, l’artista che più di altri ha rappresentato ciò che va oltre l’apparenza fisica della realtà, al di là anche dell’esperienza dei sensi. Durante il suo soggiorno parigino, tra il 1911 e il 1915, De Chirico usa per primo l’appellativo di “metafisica” parlando non solo dei propri dipinti, ma anche di luoghi e di altre opere dei grandi maestri del passato. Per conoscerne in maniera più approfondita la personalità e le opere si può visitare a Roma la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico, che quest’anno festeggia il suo trentesimo anniversario di attività. Si trova in Piazza di Spagna 31 e venne istituita dalla vedova e dal curatore del Catalogo Generale per tutelare e promuovere l’opera artistica ed intellettuale del grande maestro: ospita la maggior parte del suo patrimonio tra dipinti, sculture, scenografie, opere letterarie ed un importante archivio fotografico e documentario.
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Il suo pensiero rivoluzionario e allo stesso tempo custode di valori classici si può meglio interpretare, dunque, visitando la casa dove visse gli ultimi trent’anni della sua vita, luogo ideale in cui stabilirsi dopo il lungo girovagare tra le città europee e, soprattutto, dove continuare a lavorare impregnandosi di quelle ispirazioni che già dalla fine del Seicento rendeva la zona il centro culturale ed artistico di Roma. La casa di De Chirico occupa i tre piani superiori del Palazzetto dei Borgognoni, ed offre la straordinaria opportunità di avvicinarsi non solo al mondo quotidiano dell’artista ma anche a quello privato, accedendo al suo originale immaginario artistico. Il suggestivo intreccio tra arte e vita ben si comprende visitando i sontuosi ambienti e ammirando gli arredi Anni Cinquanta: nei grandi saloni in stile seicentesco spiccano tende damascate color rosso, argenti, putti in legno, tavolini in marmo e poltrone stile Luigi XVI, splendida location per ospitare un discreto numero di opere, alcune delle quali custodite in preziosi cornici dorate.
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I dipinti e le sculture sono esposti secondo un progetto che mira a far conoscere al pubblico i diversi soggetti e temi elaborati da De Chirico: l’affascinante percorso si snoda tra la sezione di opere degli Anni Quaranta e Cinquanta fino alla produzione pittorica degli ultimi dieci anni di carriera, ovvero il periodo Neometafisico, visibile nella parte nuova della casa. Le sculture in bronzo, poi dorato o argentato, sono disseminate nei vari ambienti e raccontano i miti classici. Il secondo piano introduce alle stanze da letto e allo studio, il luogo più suggestivo poiché vi sono conservati i numerosi oggetti del mestiere quali pennelli, colori, cornici, tavolozze. L’ampia terrazza dell’ultimo piano ha un accesso limitato ed era il luogo dove De Chirico poteva ammirare gli splendidi scenari offerti da Roma, mentre nelle stanze dove sono oggi gli uffici della Fondazione, un tempo la cucina, è stata ricavata la Biblioteca con numerose edizioni degli scritti dell’artista, cataloghi di mostre, saggi e monografie.
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Il suo pensiero rivoluzionario e allo stesso tempo custode di valori classici si può meglio interpretare, dunque, visitando la casa dove visse gli ultimi trent’anni della sua vita, luogo ideale in cui stabilirsi dopo il lungo girovagare tra le città europee e, soprattutto, dove continuare a lavorare impregnandosi di quelle ispirazioni che già dalla fine del Seicento rendeva la zona il centro culturale ed artistico di Roma. La casa di De Chirico occupa i tre piani superiori del Palazzetto dei Borgognoni, ed offre la straordinaria opportunità di avvicinarsi non solo al mondo quotidiano dell’artista ma anche a quello privato, accedendo al suo originale immaginario artistico. Il suggestivo intreccio tra arte e vita ben si comprende visitando i sontuosi ambienti e ammirando gli arredi Anni Cinquanta: nei grandi saloni in stile seicentesco spiccano tende damascate color rosso, argenti, putti in legno, tavolini in marmo e poltrone stile Luigi XVI, splendida location per ospitare un discreto numero di opere, alcune delle quali custodite in preziosi cornici dorate.
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