La Sicilia dai mille volti offre esperienze davvero incredibili. Chi è appassionato d’arte e si trova a visitare la provincia di Trapani non può fare a meno di imbattersi in una realtà sconosciuta, a due passi dalla medievale Salemi e alle spalle del tempio greco di Segesta. Si tratta di Gibellina Nuova e si presenta come un piccolo mondo a se. Costruita infatti a 18 chilometri di distanza dall’antico centro di Gibellina è un luogo magico e poco noto poiché non è facile arrivarvi se non si chiedono informazioni: si trova infatti in aperta campagna e non ci sono ancora segnalazioni adeguate. Ghibellina Nuova è il più grande museo all’aperto di arte contemporanea in Europa e presenta una straordinaria collezione di opere di grandi artisti.
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Tutto è incominciato negli Anni Ottanta, quando la località venne trasformata in un grande laboratorio a cielo aperto in cui vennero riuniti i principali nomi del panorama artistico internazionale. Il sindaco di allora promosse il progetto per restituire un centro ed un’anima alla città che, dopo il terremoto del ’68, venne ricostruita dal nulla. Ecco come il paese iniziò ad arricchirsi di enormi sculture colorate, giganteschi aratri, strutture architettoniche dalle forme inusuali. Il tutto tra lo stupore degli abitanti che non conoscevano l’arte contemporanea. Uno dei pezzi forti è il famoso Cretto di Alberto Burri che, per lasciare un ricordo del terremoto, propose che le rovine fossero coperte da un lenzuolo di cemento bianco: l’opera è visibile a distanza di chilometri. All’ingresso del paese si ammira la Stella d’Acciaio progettata da Pietro Consagra, intitolata Ingresso al Belice e diventata il simbolo dell’intera valle. Nel cuore della città, in Piazza del Municipio, spiccano l’edifico progettato da Alberto e Giuseppe Samonà e Vittorio Gregotti decorato con i pannelli in ceramica di Carla Accardi; la Torre Civica in cemento e ferro di Alessandro Mendini e diverse macchine sceniche progettate, tra gli altri, da Arnaldo Pomodoro. Nino Mustica è autore di una Fontana e Mimmo Rotella dell’Omaggio a Tommaso Campanella.
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Di Andrea Cascella è la Fontana in marmo travertino, che, come tutte le sculture poste lungo le vie, è diventata un punto di riferimento per orientarsi nell’impianto urbanistico a farfalla. A Fausto Melotti si devono le sculture a grande scala intitolate Contrappunto, con elementi geometrici isolati, e Sequenze, un insieme di lastre continue su tre diverse giaciture. Paolo Schiavocampo è l’autore di Una piazza per Gibellina, un gruppo scultoreo formato da più elementi destinati ad assolvere funzioni diverse. Turi Simeti con una lastra di travertino, Impronta, sperimenta una modificazione del contesto e dell’habitat, provocando una pausa nello spazio, mentre Salvatore Messina con Tensioni lo rende dinamico, spingendolo verso il nuovo e verso il rinnovamento. La chiesa Madre, una sfera incastonata in un cubo progettata da Ludovico Quaroni con Luisa Anversa, ha ricevuto il certificato di qualità dalla Regione Siciliana, primo riconoscimento conferito ad un’opera contemporanea: è stata dichiarata di importante interesse artistico, in quanto singolare nel panorama architettonico italiano.
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