Pensare all'India vuol dire immaginare millenni di storia, di arte e di cultura. Un mondo forse a parte, ma non irraggiungibile, permeato di spiritualità e fascino ancestrale, ma anche di forti e dolorose contraddizioni. Alla grazia di fragranze speziate e colori di abiti in seta si accompagnano il caos maleodorante e la povertà di strade decadenti, pertugi dove il turismo non arriva ma la vita quotidiana dell'India sì. Tra i prodigi naturali di cui questa terra è capace, i picchi dell'Himalaya e le infinite spiaggie di Goa e della costa meridionale, gli atolli corallini e le acque interne del Kerala, i fiumi, i villaggi e le foreste tropicali, il deserto del Rajasthan. L'India è un crogiuolo di razze, culture e linguaggi in grado di plasmare scenari sempre diversi. E' una terra molto ospitale, a dispetto della modernizzazione che in alcuni luoghi del paese è un vero tabù, intrisa di ricchezze che provengono da altri mondi a cui ci si può avvicinare anche solo per lo scatto di una foto, davanti ai numerosi monumenti sacri che costellano città, villaggi e paesaggi. Simbolo per antonomasia dell'India è la meraviglia del mondo in marmo bianco: il Taj Mahal, un inno all'amore che traduce in forme l'assoluta bellezza dell'indicibile che, in fondo, riassume la complessità di un luogo come l'India.
La 'terra dei re', fra palazzi, fortezze, colline, odori, feste, e religioni, è soprattutto terra di colori. Dalla città d'oro alla città azzurra, fra tappeti, vestiti, pelli, una delle regioni più suggestive dell'India.
L'India ha la forma di una lacrima, compatta come la sofferenza derivante dalla povertà che racchiude. Ma i suoi confini delineano anche il terzo occhio , quel colorato e potente ornamento che gli indiani sono soliti mettere sulla fronte, metafora del punto di contatto tra lo spirito e il mondo.