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Torricchio
La provincia di Macerata è ricca di aree verdi, di zone collinari interessanti, di borghi da scegliere come destinazioni per weekend "rigeneratori", tutto l'anno. E qui, non lontano dai maestosi e incantevoli Monti Sibillini, si trova Torricchio. La riserva, che misura oltre trecento ettari, prende il nome dalla montagna situata nella Val di Tazza tra i comuni di Pieve Torina e Montecavallo. Punto di partenza o di arrivo per un tour gastronomico, culturale o di semplice stacco dalla routine di ogni giorno, l'immersione nella riserva di Torricchio lascia immagini e sensazioni che poche altre zone d'Italia sanno regalare. Il parco naturale ha più di trent'anni di vita ed è sotto la tutela del WWF. L'area, insieme alla Riserva Naturale dello Stato dell'Abbadia di Fiastra, a sua volta un'area collinare di oltre 1.800 ettari di proprietà della Fondazione Giustiniani Bandini, è stata la prima area protetta istituita nelle Marche. Si tratta dunque del primo felice esperimento di conservazione ambientale in una regione in cui il verde è parte integrante del paesaggio e la natura una ricchezza da valorizzare il più possibile. La zona è caratterizzata da un ambiente montano con boschi di leccio, roverella, ornello e faggio, e nuclei di fustaie. Bellissimo il colpo d'occhio offerto da grandi praterie con fioriture di peonia selvatica. I sentieri offrono scorci che cambiano con la luce del giorno, con le stagioni. Ogni curva è un'occasione di sosta e fotografia. La ricchezza maggiore sta nell'incredibile quantità e varietà di specie vegetali che avvolgono tutto: ben 652 le specie catalogate, tra cui si segnalano la viola e vari tipi di campanula. Si suggerisce di farsi accompagnare da qualcuno che se ne intenda di botanica, solo così si gode al meglio la visita alla riserva. La fauna, per quanto riguarda gli uccelli, è dominata dalle starne, ma qui nidificano anche specie quali il falco pecchiaiolo, lo sparviero e la poiana. Il tasso, il gatto selvatico, lo scoiattolo e il lupo sono i mammiferi che abitano l'area racchiusa tra le cime dei monti Ferma, Cetrognola e Torricchio. Non è semplicissimo incontrarli, ma all'occhio attento non sfuggono le tracce, le tane. E soprattutto i rumori, i fischi, i passi sommessi e invisibili tutto intorno a chi cammina. L'intera zona, un tempo utilizzata dall'uomo per le attività agricolo-pastorali, è oggi un'importante fonte di studi sull'evoluzione degli ecosistemi, finalizzati anche ad un più corretto uso delle risorse naturali lungo la fascia appenninica.
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