Ambasciata Italiana:
"Un delizioso piccolo lago ai piedi del
Rosa, un'isola ben situata sull'acque calmissime, civettuola e
semplice": cosi si esprime Balzac per descrivere l'Isola San Giulio e il Lago d'Orta,
il più romantico dei laghi italiani che ha ispirato anche Browning,
Nietzsche, Piero Chiara, Mario Soldati e continua a contagiare chiunque
si lasci avvolgere dalle sue suggestioni.
Questo angolo di Piemonte, stretto tra la pianura
novarese e il primo incurvarsi delle colline che verso nord lentamente
si trasformano nelle montagne dell'Ossola, è meta del turismo
internazionale e vede nell'Isola di San Giulio la sua perla.
Leggenda vuole che un tempo l'isola fosse dominata da un grosso serpente che aveva distrutto ogni cosa e che Giulio,
il Santo viaggiatore che comandava onde, tempeste, animali feroci e
uomini, una volta avvicinatosi al lago scacciò gli animali che lo
minacciavano con un solo gesto della mano e con la forza della parola.
Si diresse poi verso l'isola senza bagnarsi, stendendo il suo mantello
sull'acqua e, vicino alla morte, decise di eleggere il luogo come sua
ultima dimora e vi costruì la sua centesima ed ultima chiesa. Tutt'oggi
l'Isola di San Giulio è avvolta da un grande misticismo: sorge a 400
metri dalla riva, è lunga 275 metri e larga 140, con gran parte della
sua superficie occupata dal Seminario.
La Basilica, fondata nel IV secolo, appare all'esterno
come una costruzione romanica, mentre all'interno è stata rimaneggiata
nel Settecento. La cripta con l'urna d'argento conserva le spoglie di
San Giulio, e molto interessanti sono anche gli affreschi dell'interno
che rappresentano, tra gli altri, i miracoli di San Giulio e la Sacra
Famiglia.
Capolavoro dell'arte romanica italiana è l'ambone scolpito nella pietra di serpentino grigio-verde proveniente dalla
vicina cava d'Oria, scolpito nell'XI secolo. La pietra possiede la
particolare caratteristica di una lucentezza grassa che al contatto con
l'aria cambia colore, assumendo la tinta del bronzo: il personaggio
raffigurato tra l'aquila e il leone alato è Guglielmo di Volpino,
signore dell'isola.
Lavorata, costruita e plasmata dall'ingegno e dalla manualità dell'uomo,
San Giulio si offre con uno scenario unico, grazie anche alle
costruzioni accalcate una sull'altra, che di notte emanano un fascino
ammaliante grazie ad un'intensa luce artificiale. Un tempo vi sorgeva il
castello che l'aveva resa inespugnabile, ma fu distrutto per dare
spazio alla costruzione del seminario dove si insediarono le monache Benedettine, che ancora oggi si dedicano a lavori manuali e all'ospitalità spirituale.