La Reale Tenuta di Carditello, situata a circa 4 km dal centro di San Tammaro, faceva parte di un sistema di siti borbonici presenti sulla fertile Terra di Lavoro. Già feudo dei signori di Acerra, Carditello era un vasto terreno acquitrinoso - ma ricco di boschi, pascoli e terreni seminatori - che si estendeva per una superficie di circa 2.100 ettari tra il Volturno e l'antico Clanio. Qui i Borbone realizzarono un complesso architettonico in sobrio ed elegante stile neoclassico ed una dinamica azienda agricola, organizzata prima per gli allevamenti di pregiate razze equine e poi, dal 1787, anche per la produzione e la vendita di prodotti agricoli e caseari. Al centro della riserva, sotto la direzione dell'architetto Francesco Collecini (1724-1804), fu costruito la Palazzina Reale, circondata da una serie di costruzioni lunghe e basse destinate alle attività agricole e all’allevamento.
Composta da due piani, la struttura prospetta su una corte rettangolare che si apre su uno spazio ellittico - abbellito con fontane, obelischi ed un tempietto circolare - destinato all'addestramento dei cavalli. Qui si tenevano, nel giorno dell'Ascensione, gare di corsa di cavalli. La
decorazione del sito fu affidata, nel 1791, alla direzione artistica di Jackob Philipp Hackert (1737-1807). Dopo l'Unità d'Italia la tenuta passò prima ai Savoia e poi, nel 1920, all'Opera Nazionale Combattenti. Negli anni '80 dello scorso secolo è stato restaurato il corpo centrale dell’edificio, con parziale recupero degli affreschi. Oggi versa nuovamente in precarie condizioni conservative.
[Fonte: ARTE.it]