Il Castello Normanno di Erice, o Castello di Venere, sorge sulle rovine di quello che in origine era un santuario a cui in epoca romana si sovrappose un tempio dedicato alla Venus Erycina. Qui risiedevano le sacerdotesse che praticavano l’arte della prostituzione sacra con i pellegrini che si recavano sul picco roccioso per rendere omaggio alla dea.
I resti della struttura oggi visibili corrispondono alla fortezza che i Normanni eressero nel 1100 recuperando i materiali lapidei preesistenti. Il castello funzionava anche da carcere ed era collegato alle Torri del Balio da un ponte levatoio, successivamente sostituito dalla gradinata che ancora oggi è possibile ammirare.
Fino al XVI secolo la struttura fu presidio militare spagnolo. Il passaggio nelle mani del Comune avvenne con la riforma borbonica (1818-1819), ma alla fine del secolo, il conte Agostino Pepoli siglò con l'amministrazione della città un accordo: in cambio della concessione effettuò una bonifica dell’area, creò un giardino, restaurò due delle tre torri ormai diroccate, e ricostruì la torre pentagonale andata distrutta nel XV secolo.
[Fonte: ARTE.it]