"Ora, in primavera, è una rivelazione:
Ventotene è come un grande giardino che fiorisca. Da tutti i dossi, da
tutti i cornicioni, da tutte le rocce, dagli orti, dalle siepi, dai
cigli, dalla sodaglia, di frammezzo ai fichi d'india, a grappi, a mazzi,
a fasci, ride la gialla meraviglia delle ginestre. Sono fiamme gialle
isolate qui, là incendi che corrono sui bordi, più oltre intere foreste
basse rotonde e ondeggianti" (A. Iacometti)
Pur distando soltanto 20 miglia da Formia, Ventotene è
uno di quei luoghi che riescono ancora a sembrare lontani nello spazio e
distanti nel tempo. Interamente scolpita nel tufo è la più napoletana
delle isole pontine. Poche le auto ed i motorini (l'isola è lunga appena
3 km e larga 700 metri), Ventotene è un'isola da girare a piedi,
perdendosi tra i vicoli che partendo dalla piazzetta si snodano nei
lunghi viottoli di campagna. È proprio così, come ci è stata raccontata
nella divertente commedia di Paolo Virzì "Ferie d'Agosto", in cui si
intrecciavano le vacanze di due famiglie italiane tra amori, rivalità da
spiaggia e scontri ideologici.
Conosciuta sin dai tempi preistorici come tappa commerciale obbligata
nelle rotte del Mediterraneo, denominata dai Greci "Pandoteira"
(dispensatrice di ogni cosa) per la sua floridezza, l'isola fu in epoca
romana prigione dorata dell'immoralissima Giulia, figlia di Augusto che,
cacciata in giovane età da Roma trascorse tutta la sua vita nella Villa
di Punta Eolo i cui ruderi sono ancora visibili dal mare. La Villa Imperiale è solo una delle vestigia romane presenti nell'isola: molto interessanti sono anche il Museo e l'antico Porto scavato nel tufo.
Il Museo, che ospita importanti reperti provenienti dalla Villa
di Giulia, espone una ricchissima collezione di antiche anfore, vasi per
il trasporto di vino e di olio, che confermano la vocazione commerciale
e l'intensa attività dell'isola. Il pezzo più pregevole è sicuramente
l'antico dolium esposto nell'ingresso e recuperato intatto dal mare a 60 metri di profondità a Punta dell'Arco.
L'antico porto rappresenta invece un fulgido esempio dell'ingegneria
urbanistica romana. Sul molo di destra sono ancora intatte le vasche
murenarie a testimonianza della grande conoscenza dei cittadini
dell'Urbe in campo di piscicoltura.
Ventotene, che nel dialetto campano vuol dire "vento tiene" cioè battuta
dal vento offre agli amanti del mare ampie opportunità di divertimento.
Da non perdere è il classico giro dell'isola in barca. Dal porto nuovo i
pescatori organizzano escursioni giornaliere con i tipici gozzi di
legno.