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Rivoli
L'urbanizzazione vera e propria ebbe inizio nel I secolo a.C. con i Romani, che intuirono subito l'importanza strategica della zona per l'accesso ai valichi alpini da un lato e alla pianura padana dall'altro. L'area di Rivoli però risulta già abitata nel Neolitico come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici sul territorio ed in seguito fu occupata dalla tribù celto-ligure dei Taurini. Tra il XIV e il XVI secolo per Rivoli passava la cosiddetta Strada delle Gallie che da Torino conduceva alla Francia e che nei secoli successivi costituì uno dei tracciati principali della Via Francigena, percorsa da mercanti, pellegrini ed eserciti durante tutto il Medioevo. E’ durante questo periodo che si susseguono frequenti lotte di potere per il controllo della città, finché nel 1159 l'imperatore Federico Barbarossa ne concede il possesso al vescovo di Torino. Nel 1247 i Savoia vengono riconosciuti signori del Castello dall'imperatore Federico II. Personaggio chiave di questo periodo è Amedeo VI di Savoia (1334-1383), detto il Conte Verde: sotto di lui Rivoli conosce un periodo di prosperità economica e riqualificazione urbana. A partire dal Quattrocento, con il graduale trasferimento della corte a Torino, Rivoli a perdere d'importanza, nonostante il Castello rimanga per lungo tempo tra le dimore predilette dei duchi di Savoia. I secoli successivi furono un periodo buio per il susseguirsi di pestilenze e guerre che vedono coinvolti a più riprese i Savoia contro la Francia e che culminano con la devastazione del Castello. Una nuova fase si apre sotto Vittorio Amedeo II, che attuò una serie di importanti riforme. E’ lui che introno al 1715 affida all'architetto Filippo Juvarra la ricostruzione del Castello di Rivoli. Durante tutto il Settecento molte famiglie della nobiltà torinese scelgono Rivoli come località di villeggiatura. L’Ottocento e Novecento portano a Rivoli una vocazione industriale e manifatturiera.
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