Soprattutto al tramonto questo prezioso gioiello, una delle più alte espressioni dell'arte classica, risalente al V secolo a.C. si carica di magia. Il Parco Archeologico della Neapolis ospita il teatro greco, dove sembrano risuonare, ancora oggi, le opere di commediografi e poeti tragici, da Epicarmo a Eschilo.
L'attuale forma della struttura - progettata per sfruttare al massimo l'acustica - risalirebbe all'intervento di ristrutturazione avvenuto tra il 238 e il 215 a.C. Ciò che rimane della grandiosa mole del teatro antico è lo scheletro dell'edificio ricavato nella roccia, la parte media e inferiore della cavea - che vantava un diametro tra i più grandi del mondo greco - l'orchestra e alcune tracce dell'edificio scenico. Una terrazza coronata da un portico sovrastava la cavea. Al centro del lato settentrionale vi erano una grande grotta artificiale fiancheggiata da nicchie e statue e una vasca, lo sbocco di un grande acquedotto di età greca.
Il teatro subì, nel corso dei secoli, diverse modifiche. Tracce di questa trasformazione permangono tra i fori, le canalette, i cunicoli sulla roccia.
Dopo le spoliazioni subite nel 1526 ad opera degli Spagnoli, un certo interesse verso il teatro si accentuò soprattutto nel Settecento e nell'Ottocento, quando iniziarono le prime campagne di scavo.
Ogni anno il teatro di Siracusa rivive grazie alle rappresentazioni teatrali classiche tenute dall'Istituto nazionale di dramma antico.
[Fonte: ARTE.it]