Il palazzo, attribuito al Riccio, rimase proprietà della famiglia Chigi fino al 1785.
Nel 1919 era proprietario Giorgio Piccolomini Adami. Dopo vari passaggi fu acquistato dallo stato nel 1959.
I saloni e alcune stanze dei due piani nobili del palazzo, conservano la ricca decorazione a stucco e ad affresco che Scipione Chigi fece realizzare su sue precise indicazioni dai maestri Marcello Sparti e Bernardo Rantwick.
Il lavoro era già iniziato nel 1573, in particolare nel soffitto del salone del primo piano sono raffigurati episodi del Vecchio Testamento entro complesse incorniciature rettangolari, circolari e miste. Altri soggetti biblici sono raffigurati nella successione delle lunette subito dopo il soffitto.
Le dodici Sibille nei pennacchi di raccordo tra il soffitto e le lunette e la raffigurazione di Elia sul carro di fuoco, di Isaia e di Giobbe sopra la porta di accesso e sopra la finestra completano la decorazione. In due grandi nicchie ai lati della porta di ingresso al salone sono dipinti a figura intera Sansone e Davide. Nel salone corrispondente al secondo piano, entro una decorazione a stucco ancora più ricca sono affrescate Storie di Camillo. Sulle pareti sono sette tele con storie romane.
Sempre al secondo piano nelle quattro stanze che danno nel salone e nella sala maggiore che si affaccia su Piazza Postierla sono dipinte entro riquadri che corrono lungo il soffitto scene mitologiche.
La complessa cultura figurativa che si riflette nell’impresa implica la conoscenza diretta delle Stanze Vaticane e delle logge e il frequente inserimento di edifici classici e di obelischi costituisce implicita allusione a Roma.
La complessa cultura figurativa che si riflette nell’impresa contiene inoltre evidenti richiami all’ambiente manieristico tosco-romano, dal Salviati agli Zuccari. L’insieme della decorazione del Rantwick ha inoltre il riferimento più immediato nella decorazione vasariana di Palazzo Vecchio. Le tele sono state eseguite sicuramente in un momento successivo da un autore per ora anonimo ma di complessa cultura per molti aspetti vicina ai risultati del Rantwick.
[Fonte: ARTE.it]