Costruito in stile romanico-gotico, il
Duomo di Siena, principale luogo di culto cattolico della cittadina toscana, è una delle chiese più famose d’Italia ed una delle più grandi meraviglie della storia dell’arte di tutti i tempi, scrigno ricolmo di ogni tipo di manufatto artistico. In campo architettonico, pittorico e scultoreo, affascina ogni sorta di visitatore o curioso che si ferma ad ammirarla.
Scarse e incerte sono le prime notizie su questa immensa struttura: nello stesso luogo dove oggi sorge l’attuale edificio, si sarebbe innalzato il
castrum romano. La tradizione parla della presenza di un castello con quattro torri, una delle quali sarebbe poi diventata la torre campanaria attuale. Tale costruzione avrebbe ospitato, sino al 913, la residenza del Vescovo, e contenuto al suo interno una prima chiesa rivolta verso est, dove oggi sorge il Battistero.
Un nuovo edificio sacro venne poi innalzato ed inaugurato da Papa Alessandro III il 18 novembre del 1179 in piazza del Duomo, in stile originariamente romanico. Tra il Duecento e il Trecento, grazie anche a una serie di documenti, possiamo ricostruire meglio le vicende della Cattedrale. L’attuale cupola, di epoca evidentemente romanica, fu realizzata nel 1263 (la lanterna fu ricostruita “in stile” nel 1667). Sappiamo, inoltre, da un documento dell’aprile del 1259, che il grande Nicola Pisano venne pagato “sei soldi” per dei lavori inerenti la Cattedrale.
Protagonista, invece, della progettazione e realizzazione della facciata fu Giovanni Pisano, figlio di Nicola, figura chiave nella costruzione della parte inferiore del prospetto tra il 1284 e il 1297. Nei primi anni del Trecento i lavori di ampliamento del Duomo senese si concretizzarono con l’ingrandimento del transetto ed il prolungamento del coro.
Duomo “nuovo” incompiuto
Nel 1339, in un momento di particolare prosperità per la storia economica di Siena, si pensò ad un ambizioso progetto di ampliamento del Duomo. L’ingrandimento prevedeva la costruzione di un nuovo, immenso tempio di cui l’attuale doveva divenire il braccio corto trasversale. Sotto la direzione prima di Lando di Pietro e poi di Giovanni d’Agostino, i lavori iniziarono a spron battuto ma la peste del 1348 ed alcuni crolli strutturali, portarono alla decisione di interrompere nel 1357 questo grande sogno, coltivato invano dai senesi. Ancora oggi, lungo l’attuale piazza Jacopo della Quercia, possiamo scorgere i segni di quel grandioso progetto, attraverso i basamenti delle colonne (inglobati nell’attuale
Museo dell’Opera) ed il celebre e rinomato “facciatone”, nuova ed incompiuta facciata rivolta verso sud.
L’attuale edificio a croce latina, si presenta con tre navate e la cupola dodecagonale che si trova all’incrocio tra i bracci. La facciata, principalmente decorata da candido marmo bianco, si può dividere in due parti: quella inferiore, corredata da un complesso ciclo di statue i cui pezzi originali si conservano nel Museo dell’Opera, come già detto, si deve all’estro di Giovanni Pisano; la parte superiore fu progettata invece da Camaino di Crescentino, padre del famoso Tino di Camaino, tra il 1299 e il 1317. Questa zona, così come fu progettata, influenzerà anche Lorenzo Maitani, noto architetto e scultore senese, quando pochi anni dopo concepirà la facciata del Duomo di Orvieto.
La suggestiva e severa grandiosità dell’interno del Duomo di Siena viene esaltata dalla selva di piloni in marmo a strisce bianco-nere. Celebri artisti contribuirono alla decorazione, pittorica quanto scultorea, del maestoso edificio, anche se molti di questi capolavori, soprattutto i dipinti su tavola a fondo oro come la rinomata
Maestà di
Duccio di Buoninsegna, furono spostati nel corso dei secoli.
Duomo – Particolare Facciata
Tra le decine e decine di capolavori che cronologicamente vanno dal Duecento fino al Novecento, si segnalano solo alcune delle opere ancora conservate presso la Cattedrale. All’ingresso, le due acquasantiere di epoca quattrocentesca, furono scolpite da Antonio Federighi. Gli altari addossati lungo le pareti interne furono quasi in toto rifatti: tali rifacimenti portarono allo spostamento di grandiosi capolavori originariamente qui conservati, come la già citata
Maestà di Duccio o l’
Annunciazione di
Simone Martini. Lungo la parete destra si segnala, sul secondo altare, un’
Estasi di San Gerolamo dipinta da Annibale Mazzuoli.
Sempre sulla destra, il transetto ha inizio con la famosa Cappella del Voto commissionata nel 1661 dal papa senese Alessandro VII. Per questa grandiosa impresa fu interpellato il più dotato scultore del Seicento, Gian Lorenzo Bernini, che si avvalse per la realizzazione delle sculture al suo interno, della collaborazione di due fidati allievi come Antonio Raggi ed Ercole Ferrata. Sopra l’altare centrale si trova una duecentesca
Madonna col Bambino per la quale la cappella fu costruita.
Il bellissimo altare maggiore in marmo e bronzo, stando ai documenti, si deve a Baldassarre Peruzzi. Il tabernacolo bronzeo fu eseguito in epoca precedente (tra il 1467 e il 1482) e per un’altra sede (chiesa della Santissima Annunziata) dal Vecchietta, mentre i due
Angeli reggicandelabro in bronzo posti al di sotto dello stesso si devono a Giovanni di Stefano (1489). In contemporanea Francesco di Giorgio, con la collaborazione di Giacomo Cozzarelli, realizzava la coppia di
Angeli posti nella parte più bassa dell’altare. Gli affreschi del catino absidale sono di diverse epoche: alcuni si devono a
Domenico Beccafumi mentre gli altri sono di Ventura Salimbeni.
Sopra il coro della Cattedrale si trova la copia della famosa
Vetrata i cui cartoni sono attribuiti ormai unanimemente a Duccio di Buonisegna (l’originale si trova nel
Museo dell’Opera). Si tratta di un’opera di capitale interesse sia per la sua qualità artistica che per la storia dell’arte vetraria italiana.
Duomo interno
Lungo il transetto sinistro troviamo il
Monumento funebre al Cardinale Riccardo Petroni scolpito tra il 1313 e il 1317 dal senese Tino di Camaino. Andando verso l’ingresso, a seguire, troviamo l’ottagonale
Pulpito scolpito da Nicola Pisano tra il 1265 e il 1268. Tra i gioielli della Cattedrale, esso illustra lungo le lastre decorative della parte alta sette scene del Nuovo Testamento. Con quest’opera, come scrisse il noto storico dell’arte Adolfo Venturi, “si bandì il verbo dell’arte nuova”.
Ancora nel transetto sinistro troviamo la Cappella di San Giovanni Battista disegnata a fine Quattrocento da Giovanni di Stefano. Questo ambiente è piuttosto famoso perché nella nicchia dell’altare centrale è custodita la scultura in bronzo raffigurante
San Giovanni Battista, celebre statua scolpita da Donatello nel 1455, qui collocata solo in un secondo momento.
Proseguendo verso l’ingresso, troviamo un altro omogeneo complesso molto importante e famoso: la Libreria Piccolomini. Voluta nel 1492 dal cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (poi papa Pio III), questo ambiente fu costruito per contenere il ricco patrimonio librario delle zio del cardinale Piccolomini, papa Pio II, anche se non ospitò mai i libri per la quale era stata creata. I mirabili affreschi che la cappella contiene, realizzati agli inizi del Cinquecento, si devono al genio creativo di Bernardino di Betto più noto col nome di Pinturicchio. Queste notevoli pitture murarie illustrano con grande freschezza narrativa avvenimenti della vita di Pio II.
Seguendo la navata sinistra si incontra l’Altare Piccolomini che vide coinvolto nel suo grandioso progetto persino Michelangelo Buonarroti. L’autore dell’altare, voluto ancora dal cardinale Francesco Piccolomini Todeschini e architettato tra il 1481 e il 1485, fu il noto scultore lombardo Andrea Bregno che lasciò l’opera priva delle sculture originariamente preventivate. Così, per colmare tale lacuna, furono coinvolti Pietro Torrigiani ma soprattutto Michelangelo, autore del
San Pietro e
San Pio posti sulla sinistra e del
San Paolo e
San Gregorio Magno collocati a destra. La pala d’altare inserita al centro raffigurante una
Madonna col Bambino si deve a Paolo di Giovanni Fei (1385 circa).
Pulpito di Nicola Pisano
Il Duomo di Siena, come visto, col coinvolgimento nel corso dei secoli di alcuni tra i più grandi artisti italiani, da Nicola Pisano a Duccio di Buoninsegna, da Michelangelo Buonarroti a Gian Lorenzo Bernini, rappresenta nella sua bellezza intrinseca un
unicum per l’arte sacra italiana.
Da "Scoprire Siena"
[Fonte: ARTE.it]