Uno dei più fulgidi esempi di architettura romanico pugliese a Bari. Sorta fra il XII e il XIII secolo sulle rovine del Duomo bizantino distrutto dal normanno Guglielmo il Malo, la Cattedrale presenta una facciata in luminosa pietra calcarea, ornata da archetti, lesene e un rosone dalla ghiera istoriata. Da ammirare le testate del transetto, con rosoni e bifore, la
trulla (antico battistero convertito in sacrestia) e il campanile dall’alta cuspide. L’interno a tre navate, spogliato dagli stucchi barocchi all’inizio del Novecento, appare solenne e armonioso, sobriamente decorato da elementi scolpiti nel calcare a vista.
Il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, nella cattedrale si osserva un fenomeno insolito: intorno alle 17, i raggi solari che penetrano dai 18 spicchi del rosone della facciata vanno a combaciare perfettamente con i petali della rosa che orna il pavimento della navata.
Sotto il transetto si trova la cripta, con l’icona della Vergine Odegitria, cui la chiesa era dedicata anticamente, le reliquie di San Sabino e Santa Colomba. Accanto alla cripta si estende il succorpo, un ambiente dalla storia stratificata decorato da mosaici e affreschi, dove elementi dell’antica chiesa bizantina coesistono con rovine romane.
[Fonte: ARTE.it]