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Il Cairo e le città dei vivi e dei morti

Il Cairo, "megalopoli dei vivi", è l'emblema dei forti contrasti estetici che un viaggio in Egitto riserva. È tra le città più popolate del mondo, sullo sfondo di grattacieli e moschee si innalzano le piramidi.

Mohamed Ali Mosque Il Cairo Egitto
Il Cairo, "megalopoli dei vivi", è l'emblema dei forti contrasti estetici che un viaggio in Egitto riserva. È tra le città più popolate del mondo, sullo sfondo di grattacieli e moschee si innalzano le piramidi, un'esplosione di forme verticali che appartengono a storie diverse: dai minareti delle moschee, ai campanili delle chiese copte, ai grattacieli e agli alberghi internazionali. E ancora dal silenzio quasi irreale degli interni delle moschee alla caoticità delle strade, tra i colori e i profumi dei bazar, come Kan-el-Kalili, secondo soltanto a quello Bagdad e Instanbul.

Attraversando il ponte sul Nilo si va verso Giza, situata sulla sponda dei morti. L'altopiano di Giza domina il Cairo, con le sue tre grandi piramidi (Keope, Kefren, Macerino) e la Sfinge, guardiano del tempio secondo alcune leggende. Sempre sulla stessa sponda verso sud si incontrano le necropoli più antiche, Menfi e Saqqara, dove si può notare la diversa architettura, più primitiva, delle piramidi a gradoni. Saqqara è un'oasi sulla sponda del Nilo, quasi un'allucinazione di verde nell'immensità del deserto. Tipica del posto è la manifattura di tappeti e la vendita del papiro stampato.

Tornando sulla sponda dei vivi, imperdibile la visita ai grossi templi eretti in onore delle divinità, testimonianza concreta della intensa ritualità egiziana. Scritte e disegni sulle colonne e sulle pareti raccontano la storia delle piene del Nilo, delle dinastie, della società. Il tempio di Karnak, è il più grande d'Egitto, centro della devozione, della sacralità e del culto, come San Pietro per la cristianità. Ogni faraone apportava il proprio contributo all'edificazione del tempio e ogni nome del faraone vi è qui scolpito. Le colonne della sala ipostila sono sorprendenti per la loro grandezza: 134 colonne ordinate in 16 file, alte circa 24 metri (grande atrio ipostilo). Si tratta di colonne papiriformi, incise cioè come papiri, e dal significato molto profondo, simbolo dell'ordine che nasce dal caos, un po' come la nostra Genesi. Il tempio di Luxor fu eretto da Amenhotep III e in seguito ampliato da Ramesse II. Molto suggestivo il viale delle sfingi in riva al Nilo, su un villaggio in mezzo al deserto.

Sulla sponda occidentale c'è Tebe la città dei morti il cui ingresso è sorvegliato dai colossi di Memnone. Uno di questi, cosiddetto "colosso parlante", si dice che parli con il vento. Sulla sponda occidentale, si trova il Tempio di Edfu, dedicato al dio Orus, più turistico con un villaggio e un piccolo bazar. Il fascino di questi tempi più moderni è che hanno una struttura ben conservata, quasi integra. Un altro tempio sulla sponda orientale prima di Assuan, è quello di Comombo, dedicato alle divinità del Nilo. Diviso in due parti, rispettivamente dedicate al Bene (dio Falco) e al Male (dio Coccodrillo).

twitter@shantiomartino

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