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Siena Duomo pavimento visite ottobre 2012

Siena di marmo: il pavimento delle meraviglie

200 anni per consegnare ai posteri una delle imprese artistiche mai tentate fino ad allora: le 56 tarsie di marmo e graffiti nel pavimento del Duomo senese sono oggi quasi totalmente visibili al pubblico, fino al 24 ottobre. LE FOTO

Pavimento del Duomo di Siena
©Cecilia Martino / NEXTA
Sibille, storie bibliche, virtù e allegorie varie compongono il tessuto narrativo di quel capolavoro intarsiato di marmo e graffiti che è il pavimento del Duomo di Siena, eccezionalmente visibile al pubblico fino al 24 ottobre. Ciò che impressiona all’istante è la sua vastità. Si estende per tutta l’ampiezza della cattedrale non lasciando tregua all’impazienza dell’ammiratore insaziabile. E, infatti, il consiglio è di fare il giro un paio di volte per poter meglio apprezzare sia i dettagli che l’armonia interna di questo incredibile progetto che ha richiesto due secoli per la completa realizzazione. Un’impresa durata 200 anni (e protrattasi fino all’Ottocento per interventi di rinnovo e restauri vari) non può che suscitare ammirazione  – è nota l’entusiastica definizione di Giorgio Vasari come il “più bello, grande e magnifico che mai fosse stato fatto” – anche tra i profani. Diverse tecniche si sono succedute in corso d’opera e dal più semplice “graffito”, ovvero il riempimento con bitume di solchi e fori praticate nelle tavole marmoree , si è passati all’intarsio di marmi policromi fino alla tecnica del “commesso” marmoreo.

SIENA, DIVINA BELLEZZA: LE FOTO DEL PAVIMENTO

Per la preparazione delle 56 tarsie che compongono il pavimento vennero utilizzati cartoni preparatori forniti da importanti artisti senesi, più “l’intromissione” dell’umbro Pintoricchio. Non appena entrati nel “Castissimum Virginis Templum” (come segnala l’iscrizione all’ingresso della navata centrale), un percorso suggerito consente di ammirare i vari blocchi a distanza più ravvicinata in alcuni casi, meno in altri. Le prime tarsie che si ammirano entrando nel Duomo sono la sfilata delle varie Sibille (dieci in tutto, poste nelle navate laterali, cinque per navata) e le cinque opere della navata centrale tra cui spicca la quarta a partire dall’ingresso, disegnata dal Pintoricchio e raffigurante la personificazione della Fortuna (nella foto, un dettaglio: Socrate riceve la palma della Sapienza). Altri “personaggi” significativi di questo percorso centrale ispirato per lo più all’antichità classica e pagana, sono Ermete Trismegisto (prima tarsia) e la Lupa che allatta i gemelli (già simbolo di Siena in epoca medievale), l’unica ad essere eseguita a mosaico anche perché esso fu completamente rinnovato nel 1865. Proseguendo, il racconto figurativo cambia registro incentrandosi, nelle aree del transetto e del coro, sulle storie del popolo ebraico e sulla salvezza evocata dalla figura di Cristo con soggetti tratti dal Vecchio Testamento (esclusa la Strage degli Innocenti che trae spunto dal Vangelo di san Matteo). Ai lati dell’altare maggiore e davanti agli stalli del coro si trovano le tarsie delle Virtù Cardinali che però sono state quasi completamente rinnovate nel corso dell’Ottocento.

E’ nell’esagono sotto la cupola che fuoriesce tutta la grandiosità della mano manierista di Domenico Beccafumi che lascia l’impronta inconfondibile nelle Storie di Elia e Acab ma anche in altri riquadri vicini all’altare, quali Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, Storie di Mosè sul Sinai e il Sacrificio di Isacco. E’ in queste tarsie che la tecnica del commesso marmoreo raggiunge le più alte vette di perfezione con sorprendenti effetti di chiaro-scuro che quasi gareggiano con la pittura. Una piccola pecca: l’illuminazione dell’interno del Duomo a volte penalizza la bellezza di quanto si sta vedendo, ma certo non la vanifica.

SIENA, DIVINA BELLEZZA: LE FOTO DEL PAVIMENTO

L’apertura straordinaria del Duomo di Siena è l’occasione per visitare (con un biglietto unico al costo di 12 euro) l’intero complesso museale comprendente il Battistero, la Cripta, il Museo dell’Opera, con panorama del “facciatone” incluso.

Approfondisci: La divina bellezza di Siena : dal Battistero alla Cripta, al Museo dell'Opera
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