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Basilica Irsina statua di Sant'Eufemia di Andrea Mantegna

Irsina: quello strano volto della statua del Mantegna 

Cosa rende speciale il capolavoro scultoreo della Cattedrale del borgo lucano 

Andrea Mantegna: Statua di Sant'Eufemia
©Irsina la Basilicata e la Riforma Agraria del XX Secolo
La statua di Sant'Eufemia attribuita al Mantegna
Irsina, comune in provincia di Matera, si sta facendo strada in ambito internazionale. Da un po’ di tempo, infatti, è in continua crescita l’acquisto di immobili nel centro storico e l’avvio di attività culturali da parte di stranieri che arrivano qui da ogni parte del mondo. Addirittura dalla Nuova Zelanda, come attesta l’artista maori Joseph Rickit, che risiede da diversi anni ad Irsina ed ha aperto anche una Residenza per gli artisti con l’obbiettivo di favorire scambi culturali. Ma il borgo lucano lega la sua fama anche ad un altro nome particolarmente illustre, quello di Andrea Mantegna. Il pittore ed incisore è stato uno dei personaggi di rilievo del primo Rinascimento italiano ed è collegato ad Irsina in quanto molti studiosi hanno avvalorato l’ipotesi secondo cui la splendida statua in pietra di Nanto (località presso i monti Berici, in Veneto), presente nella Cattedrale sia opera sua.

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La statua, alta 172 centimetri, raffigura la martire Santa Eufemia con una mano nelle fauci del leone. La posa simboleggia il martirio subito nel 304 d.C.. L’altra mano sostiene un triplice monte con un castello a indicare l’antica Montepeloso. La straordinaria qualità dell’opera è indiscutibile: anche solo osservando le mani della santa che si presentano bellissime ed affusolate e l’espressione nobile del viso che imposta anche tutto il portamento della figura. Sant’Eufemia appare come una nobildonna tanto è fiera. L’espressione è infatti il vero capolavoro: il Mantegna ha saputo plasmarla sulla pietra donandole una particolare forza comunicativa perché appare contemporaneamente tragica e piena di stupore. Non ci si può sottrarre allo sguardo della Santa che riesce a penetrare a pieno nell’animo di chi la osserva.

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La statua rappresenta la perfetta sintesi tra le novità rinascimentali e la compostezza classica che coesistono nell'arte rinascimentale. La scultura fu ricollocata nel Settecento nella bellissima cappella a lei intitolata, in una nicchia di marmo grigio che la distingueva dallo sfondo multicolore. In seguito alla sistemazione del XVIII secolo, la statua fu ridipinta nelle vesti e fu scalpellata nella parte superiore del capo, per consentire l'appoggio di una corona di argento, attualmente rimossa. Nel 2006 è stata protagonista a Mantova della mostra per il V centenario della morte di Andrea Mantegna ed è stata quindi spostata. Ma oggi troneggia al centro della cappella su un basamento ligneo, dove può essere ammirata in tutta la sua interezza regalando un valore aggiunto al già ricco patrimonio artistico di Irsina.
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