Bologna è conosciuta anche come la Città Turrita, poiché intorno al XII secolo possedeva almeno un centinaio di torri: oggi ne restano 24 a caratterizzarne il paesaggio urbano. Un percorso diverso dal solito è proprio quello che si può intraprendere per ammirare queste presenze cariche di storia e leggende. Iniziando da Piazza Maggiore e proseguendo lungo via IV Novembre si arriva a Piazza Galileo Galilei dove si incontra la Torre degli Agresti e poco distante la Torre dei Lapi di proprietà del Comune.
Arrivando in Piazza dei Celestini e attraversando via D’Azeglio si entra in Corte Galluzzi dove si trova la Torre dei Galluzzi: da qui, attraversando Piazza Galvani, percorrendo a sinistra via dell’Archiginnasio fino all’incrocio con via dei Musei, girando a destra in via Clavature e poi a destra in via Marchesana si ammira la Torre dei Carrari, alta 22 metri, mentre tornando indietro su via Clavature e girando a destra per arrivare in via Castiglione e in Piazza della Mercanzia e poi ancora a destra in via Santo Stefano, si raggiunge la Torre degli Alberici.
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Ripercorrendo via Santo Stefano, si arriva in Piazza di Porta Ravegnana dove ci sono le Due Torri simbolo della Bologna medievale: Garisenda e degli Asinelli. Le più famose torri cittadine sono collocate strategicamente nel punto di ingresso dell’antica Via Emilia: realizzate in muratura come poche altre costruzioni, avevano un’importante funzione militare, di segnalazione e difesa, e rappresentavano con la loro imponenza il prestigio sociale della famiglia. La Torre degli Asinelli è altra oltre 97 metri e presenta uno strapiombo di 2,23 metri: famosa è la sua scalinata interna di 498 gradini. Il basamento è circondato da una rocchetta che ospitava i soldati di guardia. Si dice sia stata l’opera diabolica eretta da Satana in una sola notte, ma la leggenda più accreditata è quella che narra di un modesto proprietario di alcuni asini che la fece costruire dopo aver trovato una pentola di monete d’oro intitolandola ai suoi fedeli amici a quattro zampe. Una variante racconta che per paura di essere derubato nascose a tutti di aver trovato il tesoro, ma il figlio, innamoratosi della figlia di un ricco magnate che gliela avrebbe concessa in sposa solo se fosse stato proprietario della torre più alta della città, grazie all’oro del padre fece costruire la Torre degli Asinelli coronando il suo sogno d’amore.
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La vicina Torre Garisenda è più bassa, 47 metri, ma con uno strapiombo ancora più accentuato, 3,22 metri, dovuto ad un precoce e maggiore cedimento del terreno e delle fondamenta. Dante la vide ancora integra, di 60 metri: la cita nel sonetto sulla Garisenda e la paragona ad Anteo chinato nel XXXI Canto dell'Inferno. Altre torri degne di nota sono quella degli Uguzzoni, la Casa-torre dei Guidozagni, la Torre dei Prendiparte, la Torre degli Azzoguidi, dei Lambertini, dell’Arengo e, tornati a Piazza Maggiore, la Torre dell’Orologio.
Arrivando in Piazza dei Celestini e attraversando via D’Azeglio si entra in Corte Galluzzi dove si trova la Torre dei Galluzzi: da qui, attraversando Piazza Galvani, percorrendo a sinistra via dell’Archiginnasio fino all’incrocio con via dei Musei, girando a destra in via Clavature e poi a destra in via Marchesana si ammira la Torre dei Carrari, alta 22 metri, mentre tornando indietro su via Clavature e girando a destra per arrivare in via Castiglione e in Piazza della Mercanzia e poi ancora a destra in via Santo Stefano, si raggiunge la Torre degli Alberici.
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