Non solo ecoturismo in Nuova Caledonia. Nouméa sorprende per il suo savoir fare che strizza l’occhio ai viaggiatori nottambuli, e l’Isola dei Pini si fa amare per quel tanto di lusso eco-sostenibile che convince anche gli ambientalisti più accaniti.
La Grande Terre è il biglietto da visita dell’arcipelago che dà il suo benvenuto nell’aeroporto internazionale di Nouméa. La città tropicale in tipico stile francese d’oltremare sprigiona più movimento di quel che si è indotti a credere, trattandosi pur sempre di una capitale di un’isola tutto sommato non proprio a portata di mano. E invece, eccoli lì, tutti i servizi possibili e immaginabili fanno capolino nei vari punto strategici della città: negozi, ristoranti, cinema e teatri si affiancano a giardini e parchi, non meno che a numerose piccole baie. A nord verso la Baia della Moselle si trova la zona centrale che racchiude un piccolo scrigno dallo stile tipicamente coloniale, la Place des Cocotier.
Dalla baia di Anse Vata a quella Des Citrons si sviluppa, invece, il distretto degli hotel e delle grandi architetture moderne, non ultima quella di Renzo Piano che impreziosisce la sagoma del Centro Culturale Tjibaou. Quest’ultimo è, tra l’altro, un ottima fonte di informazioni riguardo alla cultura Kanak, l’etnia principale della Melanesia. Il lungomare di Anse Vata è la passerella dove scommettono le loro sorti ristoranti e locali all’ultima moda, non meno che alla Baie des Citrons dove gareggiano discoteche e casinò per intrattenere il popolo della notte. Ma con la natura speciale di questo posto sempre in mente, è nell’Acquario che bisognerebbe recarsi per visionare alcune delle conchiglie più rare del mondo.
Gemma preziosa dell’arcipelago è l’Isola dei Pini, nella provincia Sud, a 80 chilometri a sud est di Noumèa. Paradiso tropicale per antonomasia, di quelli che abbinano sapientemente eccezionalità del contesto ambientale e lusso delle strutture ricettive. Della laguna cristallina con le spiagge di sabbia bianca è impossibile parlare senza in qualche modo peccare di presunzione: effettivamente aver messo piede in tale habitat incontaminato fa sentire privilegiati.
Quanto alle strutture, si distinguono per uno stile che rispetta l’ambiente, ancor più ora che l’Unesco ci ha messo lo zampino. Il bell’hotel Ourè, ad esempio, accoglie nei suoi 20 boungalow nel cuore di una piantagione di cocco, lungo le strisce di sabbia fine della baia di Kanumèra. Sempre sull’Isola dei Pini, sulla baia di Kuto, si trova il Kou Bugny in puro stile melanesiano con 16 bungalow, mentre il primo e solo hotel di lusso dell’isola si trova sulla baia di Oro, ed è il Méridien (http://www.starwoodhotels.com/lemeridien/)
Kuto, Kanuméra e Upi sono tra le più splendenti baie dell'isola che, costellata di isolotti e lambita da un mare tiepido, cristallino e poco profondo, è anche il luogo prediletto dei sommozzatori. Nei mesi di febbraio e marzo autentici nugoli di tartarughe si avvicinano alla riva per depositare le uova, mentre attorno all’isoletta Maître, davanti a Nouméa, si appostano numerosi i dugonghi (mucche di mare). Fino a settembre, invece, siete ancora in tempo per avvistare, con un po’ di fortuna, le balene gobbe che si ritirano nelle baie della laguna sud e a Lifou. Altrimenti, da metà ottobre a fine novembre, per chiudere l’anno in bellezza, enormi lasche si concentrano nel canyon fossile del fiume Dumbéa di cui fa parte il famoso “muro delle lasche” che consente il brivido di un’immersione mozzafiato nella corrente, ma solo per sub con brevetto.