Anche Copenaghen, come Manhattan, ha il proprio Meatpacking District, solo che nella capitale danese l’area è molto più piccola ed è soprattutto nota per la vivacità culturale sviluppatasi al suo interno negli ultimi dieci anni circa. Si chiama, originalmente, Kødbyen, ed al momento ospita: un grande spazio per fiere ed eventi, tre gallerie d’arte, tre ristoranti-bar, un locale notturno e la sede del Kifak, un movimento a supporto del LBGQT ("lesbian, gay, bisexual, e trans gender). Insomma, un vero e punto di riferimento all’interno della vita culturale della capitale danese.
La trasformazione di questo ex macellaio ad edificio polivalente del quartiere Vesterbro è iniziata all’inizio del 2000, con l’apertura delle prime gallerie d’arte. Come il Tacheles a Berlino nei primi anni ’90, così questi nuovi spazi creativi hanno funzionato da stimoli verso una a rivalutazione in senso artistico dell’intera area, circa 46mila quadrati inaugurati nel 1879 (progettati dall’architetto Hans Jørgen Holm) per la lavorazione e successivamente anche vendita, delle carni.
Il Karriere è senza dubbio il locale più conosciuto della zona. Le luci al suo interno sono state progettate da Olafur Eliasson, superstar dell’arte mondiale contemporanea, ma proprio grazie alla popolarità raggiunta e alla caratterizzazione data al locale, vengono ogni tanto, per brevi periodi, rimpiazzate da installazioni luminose di altri artisti. Il soffitto di un bar ristorante come privilegiato luogo per mostre: non male come idea! Durante il weekend, dj o concerti di musica dal vivo rendono il dopocena una tappa quasi obbligata per il turista desideroso di conoscere la movida danese più alla moda, ma comunque giovanile.
Uno dei posti più originali della zona è poi il Fiskebaren, ristorante che alle pareti ha mantenuto le vecchie mattonelle del mattatoio preesistente rielaborando però il tutto con una serie di oggetti di design molto originali. Il menù è quasi esclusivamente a base di pesce, mentre la sala è caratterizzata da un immenso acquario di circa 1000 litri al cui interno nuotano anche particolarissime meduse. Se si prenota per tempo e si è disposti a pagare un piccolo extra, ci si può sedere e mangiare (ci sono 8 posti) proprio intorno a questa attrazione. La cucina è cura di un rinomato chef come Anders Selmer, uno che ha lavorato con René Redzepi del Noma (ristorante scelto quest’anno dalla guida San Pellegrino come migliore al mondo)
Meno attento alle etichette e sicuramente più adatto a chi ha camminato tutto il giorno per la città e non ha voglia di mettersi in ghingheri, è il Jolene Bar, popolare luogo di ritrovo per artisti e aspiranti tali, il cui nome è ispirato dalla canzone di Dolly Parton.
Il contrasto tra il bianco delle pareti e il bel marrone del legno di tavoli, sedie e bancone caratterizzano un altro frequentato locale del distretto, il Paté Paté. Cucina rustica mediterranea (ma per fortuna non italiana), creata da due dei più attivi imprenditori della vita notturna cittadina, i fratelli Kenn and Dan Husted, già ideatori di altri bar di successo a Copenaghen.
Con una tale varietà di scelta, il consiglio è quello di farsi una passeggiata nell’area e scegliere, a vista, quale possa essere il posto per voi. Impossibile non trovare il luogo adatto.
Indirizzi
Karriere Club
Flæsketorvet 57, 1711 København
Fiskebaren
Flæsketorvet 100, 1711 København
Jolene Bar
Flæsketorvet 81, 1711 København
Paté Paté
Slagterboderne 1
1716 København, Danimarca
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