"Chi non desidera non può fallire, chi non vince mai
perderà". Una grande virtù degli orientali in genere, e dei giapponesi in
particolare, è l'arte di sapersi adattare a ogni forma, di sapersi piegare
dolcemente senza spezzarsi, come il giunco. Una filosofia affascinante questa dei
samurai. Forse non basterà visitare i loro luoghi per lasciarsi contagiare, ma
ci si può almeno provare. Un itinerario sulle orme dei samurai non può
prescindere dalla città di Tokyo e, nello specifico, da un quartiere:
quello di Ueno. Un quartiere famoso soprattutto per il suo grande parco,
il primo e più vasto parco pubblico urbano del Giappone, che ospita un grande
lago e lo zoo in cui si possono ammirare i famosi panda giganti.
Vi renderete subito conto che il parco di Ueno è soprattutto un
punto di ritrovo, non solo per i giapponesi, ma anche per gli stranieri,
provenienti soprattutto dall'Africa. Passeggiando è possibile sentire
quell'amore e quel rispetto per la natura tipico dei giapponesi, che traspare
dalla cura con cui vengono curate le piante. Si vedono gli uccelli che emettono
versi buffissimi. Si può gironzolare tra le bancarelle che vendono oggetti
curiosi, o fermarsi a guardare una
partita di baseball ed osservare i giochi d'acqua delle fontane lungo il
vialone che porta al museo. Nel parco di Ueno, infatti, ha sede il Museo
Nazionale di Tokyo. I tesori esposti tolgono il fiato per la loro bellezza.
Si va dalle armature dei samurai alle stoffe più preziose, dalla scultura alla
ceramica. Un corridoio è dedicato interamente alle spade, simbolo tangibile
dell'onore del samurai.
Per chi è sulle loro tracce, è d'obbligo anche una visita alla
statua di Saigo Takemori. Nato nel 1827 e fautore della restaurazione
della classe militare insieme a trentamila compagni, si scontrò a Satsuma,
contro settantaseimila soldati imperiali, combattendo con le loro antiche spade
di cui, nel 1876, era stato vietato l'uso; la battaglia fu sfavorevole ai
samurai, che seppero però morire con onore. Ferito ad una gamba, Saigo ordinò
ad uno dei suoi uomini di tagliargli la testa.
Da Tokyo ci spostiamo ad Hakone,
una frequentatissima meta turistica nelle vicinanze della capitale, celebre per
i panorami del monte Fuji per gli impianti termali (onsen) e per il Parco Nazionale Fuji-Izu-Hakone. Da
vedere anche i fenomeni vulcanici attivi della "Grande valle
ribollente" e il tempio che è situato sulle rive del lago. Sul lago è
situato anche uno splendido ryokan, il Ryuguden, da usare come base per la notte. Proprio ad
Hakone passava un tempo l'antica Tokaido Road tra Kyoto e Edo (oggi
Tokyo), e una delle porte-barriera più importanti di questo transito era la
Hakone-machi. L'alloggio della guarnigione, ancora ricco di armature e armi dei
samurai, è stato ricostruito a poca distanza dall'attracco dei battelli.
Persino una parte dell'originale via Tokaido è stata conservata fino ad oggi.
La nostra penultima tappa è Himeji-jo, il più fine esempio di
castello giapponese. Completato nel 1609, Himeji-jo venne costruito come difesa
contro i Daimyo occidentali alleati con il clan Toyotomi. Vista la sua enorme
importanza strategica, grande fu l’impegno per farne una fortezza
ineguagliabile per possanza e potesse rivaleggiare in eleganza con i castelli
di Edo e Osaka. L'edificio è meglio conosciuto come Shirasagi-jo,
"il Castello dell'Airone Bianco", per la somiglianza della pianta
delle mura di cinta con l'immagine di un uccello che spicca il volo. Per molti,
l'architettura militare del castello, addolcita da una gradevole composizione
delle linee, fa di Himeji-jo l'ultimo castello dei Samurai.
Quarantacinque
chilometri da Hiroshima c’è invece Iwakuni, una deliziosa cittadina
dalla storia feudale, famosa soprattutto per il ponte dei samurai Kintai-kyo. Il ponte è collocato al centro
della città vecchia. Un ponte spettacolare a cinque archi costruito nel 1673
per l’uso esclusivo dello Shogun e del suo samurai. L’originale è stato
distrutto nel 1950 e la costruzione attuale risale al 1953.