Variegati ambienti appenninici che si fondono ad habitat di tipo alpino. Così si presenta l'affascinante territorio del Parco Regionale del Corno alle Scale adagiato attorno alla vetta più alta dell'Appennino Bolognese, della quale porta il nome, e ad alcune delle cime più affascinanti di questo tratto della catena, come La Nuda, il Monte Gennaio, il Monte Pizzo e il Monte Grande che sovrastano le rigogliose valli dei torrenti Dardagna e Silla.
Le caratteristiche orografiche e geografiche dei rilievi, infatti, consentono alla flora ed alla fauna tipici dell'Appennino di svilupparsi in tutta la loro bellezza, mentre le altezze considerevoli di alcune delle cime ricomprese nel territorio del Parco permettono agli habitat di carattere alpino di trovare le condizioni ideali per mantenersi intatti. Una tale varietà di paesaggi rende Corno alle Scale una meta ideale per vacanze all'aria aperta in ogni stagione dell'anno, dai freddi inverni da trascorrere sulle piste degli impianti del Corno, sino alle stagioni più miti da passare lungo i sentieri escursionistici che portano alla scoperta della natura del Parco e dei suoi siti più caratteristici.
Le attrazioni di quest'area della provincia di Bologna sono, infatti, davvero numerose ed interessanti e non potrebbe essere altrimenti in un territorio che porta i segni indelebili della presenza dell'uomo sin dall'età neolitica. Da non perdere, dunque, gli allestimenti realizzati presso i Centri Visita che hanno come tema il bosco, in quello di Pianaccio, e l'acqua e gli aspetti geologici del Parco in quello di Pian d'Ivo. In entrambe le sedi è, inoltre, possibile ottenere tutte le informazioni di cui si ha bisogno, anche di natura storico-culturale, oltre che le utilissime cartine della rete di sentieri relativa ai diversi itinerari turistici segnalati dall'Ente Gestore.
Di notevole interesse anche il Museo Etnografico “Giovanni Carpani” in località Poggiolforato presso il quale è possibile ripercorrere gli ultimi secoli di storia montana dell'Appennino Bolognese attraverso una ricchissima raccolta di oggetti della storia e della cultura locali e la ricostruzione di una vera abitazione di montagna realizzata con arredi originali del XIX e XX secolo. Un'altra preziosa testimonianza del passaggio dell'uomo su queste terre è rappresentata dal bel Santuario della Madonna dell'Acero, le cui origini risalgono al XVI secolo.
Ma è la natura la vera protagonista del territorio del Parco e sia che si decida di scoprirlo da soli, muniti soltanto di scarpe comode e di una mappa, sia che si desideri esplorarlo con l'assistenza di guide specializzate che propongono interessanti itinerari a tema, quello che si scoprirà durante l'esplorazione lascerà di stucco i più esigenti.
In uno scenario fatto di di estese faggete e di folti boschi misti di carpini, castagni, olmi e querce che si alternano a verdi praterie di altitudine, è possibile imbattersi in esemplari di specie floristiche rare come la genziana purpurea, l'astro alpino, la saxifraga latina, il geranio argentino e la aquilegia alpina, ed in simpatici animali come mufloni, marmotte, cinghiali, caprioli e numerosi uccelli tra cui l'aquila reale.
E tra un incontro e l'altro, è impossibile non rimanere incantati da alcuni siti naturalistici di grande fascino che rappresentano un autentico vanto per il territorio del Parco. Da non perdere laghetto del Cavone, un bacino artificiale che raccoglie le acque del Rio Piano provenienti dal circo glaciale del Cavone, circondato da pittoresche aree di sosta immerse nel verde delle faggete e, soprattutto le Cascate del Dardagna, il cui primo salto è facilmente raggiungibile attraverso un suggestivo sentiero che parte dal santuario della Madonna dell'Acero.