Il Museo Diocesano di Milano apre i suoi battenti alla mostra Mattia Bosco. Come cera per le api. Si tratta di una grande retrospettiva che presenta al pubblica una selezione di sculture in pietra, legno e ceramica (quest’ultime mai esposte prima) appartenenti a cicli differenti e oggetto di una medesima indagine sui materiali tradizionali della scultura e sulla loro vitalità. Da anni Mattia Bosco indaga, infatti, i materiali e le loro potenzialità scultoree. Lavora il marmo, il legno, la ceramica seguendo il filo delle sue personali riflessioni, estetiche e filosofiche. L’indagine porta l’artista a scoperte sorprendenti, che gli rivelano il carattere nascosto degli elementi primari della natura, ben al di là dell’immagine convenzionale che di essi abbiamo.
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Perché andare
Le opere esposte mostrano la trasversalità e la convergenza di materiali con vocazioni formali diverse, se non addirittura opposte. Le questioni formali affrontate lavorando il legno, ad esempio, trovano conseguenziale risposta nella pietra, oppure si ritrovano nella sensualità della ceramica, e vice-versa. Nel caso del marmo, Bosco è sedotto dalla durezza respingente della pietra, mentre per il legno, dalla sua duttile versatilità, Nel legno l’artista scolpisce e lavora accuratamente alcune parti mentre altre sono lasciate grezze, marcando volutamente le differenze tra naturale e artificiale, tra lavorato e non lavorato. Il senso dell’operazione è quello di mostrare come all’interno dell’elemento legno (albero) esista già un’idea di forma preesistente che l’artista ha il compito di tirare fuori, isolandola come concetto. La seducente plasticità della ceramica, infine permette a Bosco un ampia libertà di esecuzione, è nelle sue opere spinta alle estreme conseguenze. Da materia morbida e avvolgente, diventa una sconcertante composizione finale di sottili nastri, cristallizzati e ritorti. Un’idea di forma spinta al limite delle sue possibilità.
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Da non perdere
Tra le opere in mostra segnaliamo “Architrave” (2015) dove la trave in legno è la maturazione di una forma che l’albero conteneva già in sé come possibilità e come spunto e “x, y, z”(2014), una sorta di manifesto della poetica di Mattia Bosco, e opera capostipite di sculture successive. Quest’opera è nata dall’idea di utilizzare la specificità di due segni profondamente diversi, quello della natura e quello del robot, per comporre un’immagine unitaria, ottenuta a partire da questi due tracciati, facendoli convivere nella loro differenza.
Mattia Bosco. Come cera per le api
Dal 9 giugno al 30 agosto 2015
Luogo: Museo Diocesano, Milano
Info: 02 89420019
Sito: www.museodiocesano.it
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