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C'è tempo, anche per riscoprire i luoghi magici 

Rimini e Parma, Roma e Parigi: il road movie diventa scusa per un omaggio al nostro cinema e al nostro Paese.

Vision
Sindaco, ministro, politico e appassionato d'arte e di cultura in generale, da tempo ormai Walter Veltroni ha deciso di dedicarsi alla settima arte. E di trasmettere i propri messaggi attraverso le immagini dei documentari realizzati negli ultimi cinque anni. Coerentemente, delle sue passioni è colmo anche il suo primo film 'di finzione', C'è tempo. Appena uscito nelle sale italiane, distribuito da Vision Distribution, questo strano road movie ci racconta la nostalgia di un tempo che fu e i legami familiari e affettivi che ci rendono quello che siamo, ma soprattutto il nostro cinema, i suoi protagonisti e i titoli immortali, citati qui e là mentre la vicenda si sviluppa…



Sullo schermo facciamo subito la conoscenza di Stefano (Stefano Fresi), quarantenne precario e immaturo che vive in un paesino di montagna facendo due bizzarri lavori: l'osservatore di arcobaleni e il lucidatore di specchi molto particolari. Alla morte del padre, mai conosciuto, scopre di avere un fratellastro tredicenne, Giovanni (Giovanni Fuoco), fin troppo adulto per la sua età. Senza alcuna intenzione di prendersene cura, Stefano parte per Roma e ne accetta la tutela solo per ricevere in cambio un generoso lascito. Profondamente diversi, i due intraprendono un viaggio in macchina che, fra diffidenze iniziali e improvvise complicità, si colora a ogni tappa. L’incontro con la cantante Simona (Simona Molinari), in tour con sua figlia, sarà la svolta nel rapporto tra Stefano e Giovanni che, strada facendo, scopriranno quanto essere fratelli possa essere sorprendente, proprio come un arcobaleno a due volte sovrapposte.

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Tutto inizia da "il paese dove non batte mai il sole", Viganella, piccolo centro piemontese di 207 abitanti nella Valle Antrona (che dal 2016 si è unito alla adiacente Seppiana nel nuovo comune di Borgomezzavalle). Da lì il nostro eroe parte per il suo personalissimo percorso, non solo fisico a bordo di una 'spider' Volkswagen quantomeno vintage. E lì dovrebbe tornare, partendo da Roma, a meno di sorprese. Che son quelle che ci aspettano nel film, le cui riprese sono terminate il agosto 10 scorso e hanno portato il cast e la troupe tutta tra Rimini, Parma, San Casciano dei Bagni, Guastalla, Lizzano in Belvedere, Fontanellato, Fidenza, Soragna, Fabro e dintorni vari…



Rimini e Parma dominano gran parte del viaggio, con gli hotel Calypso e Royal, il tribunale e il Bagno 14, il Grand Hotel e il ponte di Tiberio, il Teatro degli Atti (dove si svolge il concerto di Simona Molinari) e il ristorante Angiol d'Or dove finiscono la serata, e soprattutto il Cinema Fulgor, dove andava Federico Fellini a vedere i film e dal quale scappano i due fratelli per iniziare la loro nuova vita… "Rimini ha una magia unica per me - spiegava il regista al Corriere della Romagna. - È Fellini, ha una sua particolarità interiore e c’è un qualcosa di non razionalmente spiegabile. È una città di storia meravigliosa, è fantasia, è imprevedibile e molto viva. Apprezzo moltissimo quello che sta facendo il sindaco perché le modifiche che sta apportando a Rimini partono dalla sua identità".

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Ma le campagne di San Casciano dove i due riparano o di Fontanellato (per la sosta nella casa coperta di rampicanti della madre di Stefano) offrono uno splendido contraltare a queste vedute più cittadine… Splendidi scorci che aprono un mondo ulteriore, quello della passione per il cinema che da sempre Veltroni dichiara: "Cercando luoghi capaci di raccontare la grandezza di questo Paese, mi è venuto spontaneo pensare a Parma e ai posti di Bertolucci". E alla Corte delle Piacentine dove il grande cineasta scomparso girò Novecento.



Forse uno dei luoghi più identificabili, e che gli spettatori più affascinati dalle immagini del film potrebbero trasformare in prossime mete turistiche. Al pari del magico Labirinto della Masona e della Corte degli Angeli di Busseto… prima di trasferirsi per il gran finale nella Parigi delle ultime scene. Quella di un incredibile incontro cinefilo (girato nella storica Brasserie Lipp) e dei Jardin du Luxembourg, intorno al Palazzo del Senato francese, dove salutiamo i nostri accompagnatori, circondati dalla bellezza della Fontana De' Medici e dell'ennesimo arcobaleno…

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